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Oggi il Bitcoin è in recupero sulla piattaforma Coinbase del 5,34% a 11.505,71 dollari, e del 2,70% su quella Bitstamp a 11.501,52. Quanto alle altre criptovalute, Ethereum sale del 4,38% (a 1.027,60 dollari), Litecoin del 6,51% (a 192,51 dollari) e Ripple del 16,95% (a 1,45 dollari). Ieri le quotazioni avevano segnato cali pesantissimi: il Bitcoin era sceso sotto 10.000 dollari (9.230 dollari), ai minimi da novembre, in calo di quasi il 50% dai massimi record segnati a dicembre. L’Ethereum, la seconda moneta digitale per capitalizzazione di mercato, era crollata del 30 per cento.

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Tra gli analisti prevale l’incertezza. Citigroup vede rapidi margini di deterioramento fino a 5.600 dollari.  In Corea del Sud, Choi Jong-ku, a capo dell’Authority sui mercati finanziari (Financial services Commission), ha spiegato che il governo «sta considerando sia la chiusura di tutte le piattaforme locali di scambi virtuali sia solo quella delle piattaforme che hanno violato la legge». Questa presa di posizione, assieme a quella della Cina che A pare stia preparando una stretta sull’attività delle piattaforme di trading, ha contribuito ad affossare le quotazioni. Tutte le principali banche di investimenti, ad esclusione di Goldman Sachs, hanno dichiarato apertamente di essere contrarie ad operare su uno strumento finanziario così volatile, tanto da non voler introdurre derivati sui bitcoin sulle loro piattaforme.

Nel 2017 il Bitcoin si è rivalutato del 2.000% circa. Considerato che ve ne sono in circolazione circa 17 milioni ed è stato stabilito un tetto massimo di emissione pari a 21 milioni di pezzi (arrivati a tale numero il processo si arresterà automaticamente), «il pericolo di inflazione sulla valuta (o di bolla speculativa) è ridotto, non essendo previsto l’immissione sul mercato di nuova moneta da una banca centrale come per le altre valute», segnala Fabio Accinelli, esperto di diritto dei mercati finanziari.

bolle

Eppure, il rialzo delle quotazioni è stato superiore a quello verificatosi in altre bolle speculative come quella dei bulbi di tulipani in Olanda nel XVII secolo. «Oggi la capitalizzazione del bitcoin ammonta a circa 180 miliardi di dollari, le azioni quotate in tutte le borse del mondo valgono oltre 80mila miliardi di dollari: anche ipotizzando che il prezzo del bitcoin dovesse crollare a 0, le perdite economiche sarebbero equivalenti a meno dello 0,6% delle sole azioni americane», conclude Accinelli.

Di diverso parere Michele de Michelis di Frame Asset Management. «Non credo che inserire i Bitcoin sia una buona idea, perché secondo me bisogna sempre seguire la regola d’oro che mi tramandò un mio vecchio mentore , ovvero di comprare soltanto cose di cui si conosce il significato», afferma aggiungendo che «la possibilità di scambiare contratti future su mercati regolamentati di Chicago è estremamente positiva, ma offrirà nel contempo la possibilità di scommettere anche al ribasso». Come accadde in Una poltrona per due con il succo di arancia.

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