“La gioiosa macchina da guerra”.
Ero giovane, tanti anni fa e mi trovai ad Arcore con altri di Roma , alla presenza di Silvio Berlusconi. Invitati da lui che stava creando Forza Italia. Il partito azzurro nasceva dalle menti intelligenti della Fininvest per interpretare un sentimento diffusissimo in Italia: quello dei molti che non volevano lasciare tutto lo spazio politico alla ” gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto.
Ricordo bene quella piacevole giornata , nella quale una cinquantina di persone provenienti da Roma raccontarono al Cavaliere cosa ne pensassero della politica italiana, in quel momento letteralmente fatta a pezzi da mani pulite e con un sistema elettorale cambiato dai referendum di Mariotto Segni . Da una parte la sinistra, non toccata (poi scoprimmo perchè) dalle indagini e dall’ altra il nulla, il vuoto assoluto. Almeno in apparenza. In realtà c’ era una moltitudine di persone che in silanzio non erano daccordo e aspettavano solo un leader.
E quando alle comunali di Roma del 93 , Fini e quindi la DESTRA prese il 35% dei voti a Roma al primo turno , Berlusconi dichiarò che se fosse stato un elettore della Capitale avrebbe votato Gianfranco Fini. Stava inaugurando un supermercato a Casalecchio di Reno se non ricordo male e non ho mai capito se sia stata una Berlusconata o una dichiarazione studiata a tavolino.
Proprio in quel periodo stava mettendo a punto il nuovo partito di Forza Italia. Ci fece cenare e poi ci mostrò il kit di Forza Italia, con la musichetta, la cravatta, la spilletta e tutto il resto. Spiegò quale fosse la sua idea . Alla fine della serata visto che erano presenti tutti adulti e due soli ragazzi (io e un mio amico), chiese se uno dei due giovani avesse voluto dare un contributo. Andai io a parlare al microfono. Avevo 25 anni e una gran faccia di bronzo. Berlusconi chiese a me e agli altri quali potessero essere le alleanze per il nascente partito , visto il sistema maggioriario a turno unico. Prima di me tanti parlarono di alleanze con la Lega Nord di Bossi, con i fuorisciti della DC, con i resti dei liberali e con La Malfa e i resti dei Repubblicani. Io dissi semplicemente che se si voleva andare nella direzione di un centrodestra da opporre validamente alla “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto (PDS e poi DS/Ulivo/Margherita/PD) non si poteva prescindere da quel 35% di elettori che avevano votato Gianfranco Fini. E anche se la parola Destra allora sembrava impronunciabile , sarebbe invece diventata pronunciabile.
Berlusconi fece proprio questo. Ovviamente già ce lo aveva in mente. Mi offrirono un lavoro a Forza Italia e io accettai lasciando la banca dove lavoravo. Berlusconi fece il suo centrodestra ma lo fece in maniera “spuria”. Al Nord nacque il “Polo delle Libertà” con FI-CCD -Lega Nord , al sud il “Polo del Buongoverno” con FI-CCDe Alleanza nazionale. Forza Italia nasce come contenitore di diverse anime (socialisti, ex Dc etc) ma soprattutto come partito di mediazione tra i secessionisti liberisti del Nord e la Destra statalista del centro sud. Una spruzzata di cattolicesimo con Casini e voilà, il gioco è fatto. La “Gioiosa macchina da guerra” di Occhetto perse le elezioni. Credo che la sinistra non si sia mai ripresa veramente da quel colpo così duro. Anche se il governo Berlusconi durò poco. Pochi mesi dopo le anime troppo differenti di Lega e AN si scontrarono, ribaltone in parlamento e governo tecnico DINI.
Quel che è riuscito in larga parte a fare Salvini è mettere queste due anime assieme. Sarà un processo ancora faticoso, ma la manifestazione di oggi a Roma è la dimostrazione che si sta procedendo spediti in questa direzione. Poco a poco l’anima secessionista purista del nord sta scomparendo (Lega Nord diventa LEGA ) . Gli economisti della Lega nel contempo hanno fatto capire a Salvini quanto sia stato importante per gli imprenditori del Nord, avere una moneta (lira) sottovalutata “grazie” alla arretratezza del sud, al quale venivano fornite risorse tramite trasferimenti interni. E quanto anche il sud sia stato un mercato di sbocco per l’ industria del Nord. E per questo diviene ancora più inutile Forza Italia.
Inoltre oggi c’è un avversario terribile sia per il nord che per il sud. Si chiama globalizzazione. Si chiama Unione Europea. Si chiama invasione incontrollata di un esercito di riserva. Si chiama delocalizzazione selvaggia della imprese e distruzione della domanda interna. E con questo avversario così forte dal punto di vista istituzionale e mediatico, bisogna lasciar da parte i campanilismi e le beghe regionali interne. L’avversario è là fuori , questo il messaggio. In Italia lo si sta combattendo in parlamento , in Francia e Belgio nelle strade con i gilet gialli. Ma l’avversario è lo stesso, è comune. Sono quelli rintanati nelle sedi istituzionali che non hanno capito che l’aria era cambiata. Sono i loro servi devoti che scrivono o che dirigono i media tradizionali. Sono quelli che applaudono alla Scala di Milano.
In questo momento Salvini non vuole forzare la mano. La Ue si sta distruggendo da sola. La Brexit, i gilet gialli in Francia , Belgio , Spagna e Olanda. I paesi di Visegrad che non obbediscono se non quando gli fa comodo e prosciugano i conti. La Germania in crisi economica e politica . La Borsa tedesca la peggiore d’ europa. E non solo per colpa Deutsche Bank.
I segnali ci sono tutti. Salvini intanto si rafforza internamente come consenso e aspetta il momento buono. Oltre a testare l’alleato. Perchè per fare la voce grossa non si può essere da soli. Ricordiamocelo.
Attenzione però. Perchè un rischio esiste sempre . E non bisogna fare la fine della sinistrorsa “gioiosa macchina da guerra” del 93-94 . Perchè la politica evolve velocemente. Più di quanto si creda. Renzi era al 40%, oggi comanda un manipolo di giapponesi.