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Generalmente amo commentare il mio quotidiano di riferimento e i suoi formidabili fondisti con arditezza valutativa, ma questa volta voglio solo seguirne le disposizioni con obbedienza cieca, pronta e assoluta:

 

 

 

 

 

 

QUALCHE IDEA DI RENZI DA METTERE NELL’EUROPA DI MACRON

Di Eugenio Scalfari

(21 maggio 2017)

 

 

«Nel nostro mondo attuale ci sono due centri operativi che poco hanno a che fare col passato prossimo. Forse qualche rapporto con quello remoto, ma questo tuttalpiù è storia, non analisi politica.

 

Di questi due centri uno è negativo e fa capo a Donald Trump; riguarda il mondo intero perché Trump è il presidente degli Stati Uniti d’America che sono ancora il più grande impero politico e militare dell’intero pianeta, anche dal punto di vista dell’economia con il dollaro che consente e facilita gli scambi mondiali.

 

L’altro centro, questo positivo, ci conduce ad Emmanuel Macron, presidente della Francia da pochi giorni ma già operativo con stupefacente velocità e con conseguenze largamente positive per la Francia ma anche in generale per l’Europa.

 

Noi italiani registriamo gli effetti negativi del primo e quelli positivi del secondo e cerchiamo (dovremmo cercare) di limitare le conseguenze negative di Trump e di utilizzare quelle positive di Macron. […]

 

 

Affidata l’economia francese alla destra liberal- liberista, Macron ha affrontato il problema dei poveri e degli esclusi ed anche lì ha fatto delle ragionevoli scelte utilizzando la cultura social-riformista di persone esperte di questa materia e della cultura sociale che l’accompagna, e quindi educatori, insegnanti delle Scuole dello Stato e insegnanti di varie e prestigiose università. Poi c’erano da designare i candidati del movimento di Macron per le future elezioni parlamentari ed anche lì si è fatta varia cernita delle provenienze politiche, ideologiche, culturali dei vari prescelti. Macron si augura di ottenere un’ampia maggioranza e probabilmente sarà così.

 

Nel frattempo però, oltre che a mettere in moto problemi che riguardano la governance macroniana, il nuovo personaggio europeo doveva occuparsi immediatamente di ricostruire quello che è stato per molti anni il motore dell’Unione: il tacito ma ben noto accordo franco-tedesco che di fatto guida la politica europea per quel tanto che essa è concentrata nelle istituzioni dell’Unione ed anche ben presente nelle aule parlamentari. Merkel ha accolto la visita di Macron e la ricostruzione del tandem tra le due nazioni più importanti del nostro continente, per la storia e per l’attuale potere di ciascuna delle due. Naturalmente quello della Germania è, almeno dal punto di vista economico, ben più elevato di quello della Francia, ma in ogni caso una Germania isolata non può far molto e quindi il tandem è stato ricostituito immediatamente e ne sentiremo le ripercussioni al più presto. Non possono che essere positive per Paesi come l’Italia perché, a parte l’europeismo sperabilmente sincero ed intenso di Macron, la Francia chiede ed anzi finirà con l’imporre la politica di crescita economica. […]

 

 

Infine c’è un tema che Renzi a suo tempo sollevò e che dovrebbe riprendere proprio adesso dopo la vittoria di Macron. È l’idea di un referendum popolare di tutti i cittadini europei indipendentemente dalle nazioni cui appartengono per la scelta di un Presidente che non sia un semplice portavoce dei 27 Stati confederati. La sua elezione dovrebbe essere accompagnata da quella di un gruppo di una settantina di membri di una costituente che abbia il compito di presentare entro un paio d’anni una nuova Costituzione che diventi la fondazione ufficiale dello Stato Europa.

 

Personalmente non so se questa idea piacerà a Macron ma Renzi l’ha lanciata, se ne faccia dunque non voglio dire un’arma ma uno strumento che lo distingua e dia all’Italia una funzione conducente che può provocare dissensi ma certamente va nella strada dell’europeismo di cui Macron ha fatto la sua bandiera e che non può certo rifiutarsi di esaminare positivamente. […]»

 

 

 

LA GRANDEUR DI MACRON CHE MINACCIA L’ITALIA E L’EUROPA

Di Eugenio Scalfari

(23 luglio 2017)

 

 

«Che il nuovo presidente della Repubblica francese avesse un tratto vagamente autoritario era già apparso a tutti, in Francia e in Europa; ma che quel tratto potesse essere addirittura definito napoleonico è un’idea recente ed è ormai diffusa in Francia, in Europa e quindi anche in Italia. Perciò il tema Macron ci riguarda molto da vicino. Domenica scorsa avevo definito come napoleonico il nostro Renzi e gli avevo suggerito i nomi da reclutare per una “vecchia guardia” la cui esistenza caratterizzò Napoleone. Solo che per lui era soltanto un fedelissimo ed efficiente corpo militare. Per Renzi, secondo il mio consiglio, si tratta d’una squadra politica che agisce insieme a lui.

 

Macron non ha ancora bisogno d’una vecchia guardia politica. Uomini fedeli ce li ha e se ne serve, ma non sembra che discuta la sua politica con loro. Su questo punto le idee del Presidente francese sono ormai chiarissime: ha resuscitato il tandem direttivo con la Germania, governano insieme l’Europa.

 

Naturalmente per ora la Germania è quella che guida il tandem con la Francia, ma con De Gaulle non era così e non parliamo del vero Napoleone.

 

Macron aspira a diventare il numero uno, non è da escludere che il suo obiettivo finale sia che il tandem non ci sia più e un continente diventato ormai federale abbia un solo Capo e un Parlamento che esprima il volere popolare opportunamente ispirato dall’Imperatore anche se formalmente rispettato.

 

Tutta questa è una pura ipotesi ma comunque bisogna sbrigarsi e poiché l’Italia, tra i Paesi mediterranei, è solitamente e culturalmente il più importante, è appunto su di noi che l’attenzione del presidente francese si è ora concentrata.

 

Cara sinistra italiana, caro governo Gentiloni, cari dirigenti del Pd è su Macron che ora dovete concentrarvi e non ridurvi a una sorta di colonia del tipo Tunisia o Algeria o Marocco o addirittura Libia. Anzi è proprio sulla Libia che l’“Imperatore” francese ha puntato gli occhi in questi giorni. […]»

 

 

 

 

Contrordine compagni!

 

 

 

 

 

 

 

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