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Lunedì 17 luglio su R.it si leggeva “Ius soli, i piromani della paura”, di Mario Calabresi. Il breve corsivo del giovane direttore di Repubblica rappresenta magistralmente la pagana enciclica di un corruttore, di un inquinatore d’anime. E’ un genuino compendio della depravazione intellettuale e morale dei lacchè di regime chiamati con un fischio a indirizzare l’opinione pubblica. Ogni mio sforzo retorico speso in recenti articoli come “Integralisti dell’accondiscendenza” e “Terroristi della tolleranza” si è rivelato vanamente profetico di fronte al rogo della verità che questo editoriale appicca, mentre accusa altri di incendiare paure. Un crimine contro l’umanità, piccino piccino. Ma speriamo badiale agli occhi del Dio che regna nei cieli.

 

 

«Per ora non è una resa, come festeggia la Lega, ma è chiaro che la paura e le semplificazioni stanno prendendo il sopravvento. Se questa deriva non verrà fermata avremo perso un’occasione storica. La prima necessità è fare chiarezza con i cittadini e smontare falsità e luoghi comuni. Questa legge non ha nulla a che fare con coloro che stanno sbarcando sulle nostre coste, come propagandano i piromani della paura, che da settimane incendiano gli animi. Lo Ius soli non li riguarda, non verrebbe applicato a chi sbarca dai gommoni e se anche una di quelle donne è incinta, suo figlio non diventerà italiano perché manca il presupposto della permanenza legale della madre.

Questa legge darebbe invece la cittadinanza a quei bambini che sono nelle nostre scuole, che parlano la nostra lingua, che fanno gli stessi giochi, tifano le stesse squadre e coltivano gli stessi sogni dei nostri figli. Si tratterebbe di integrarli, di evitare di lasciarli ai margini della società, e questo dovrebbe essere un imperativo per tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza. Questa è la verità».

 

 

In queste poche righe c’è il male. Ma non il genio diabolico di un oscuro e ragnato manipolatore, piuttosto la manifesta e dozzinale falsificazione del reale al servizio del padrone. Il male nella sua banalità. Tanto più detestabile quanto più si indirizza, per l’infingardaggine stessa delle sue argomentazioni e della sua prosa, a suggestionare animi semplici. Più in generale, agli sciocchi. Io vorrei smascherare ogni singolo passaggio di questo distillato di bassa ciarlataneria giornalistica con l’immunoglobuline della logica (“come festeggia la Lega” = avvelenamento del pozzo; “è chiaro che la paura e le semplificazione stanno prendendo il sopravvento” = fallacia del piano inclinato; “Se questa deriva non verrà fermata avremo perso un’occasione storica” = petizione di principio; “quei bambini con gli stessi sogni, le squadre di calcio, i panini con la Nutella come i nostri = fallacia ad misericordiam; etc. etc.), ma logica è parola bandita: oggi verrebbe bollata come pedanteria. Perché il logos è il nemico giurato dell’impostore e ogni esame, ogni analisi, ogni buratto sono vicini all’essere proclamati illegali. Mentre gli animi semplici sono l’esercito del consenso per questi imbonitori, poiché semplicemente non ci arrivano. Ho sempre pensato che la logica, prima di essere una disciplina filosofica, fosse un senso. Non diverso dall’equilibrio. Che in luogo della dialettica fra corpo e gravità, vi sia una dialettica fra pensiero e verità. Per cui quando sentiamo una stronzata è esattamente come se ricevessimo una strattonata. Da tal presupposto ritengo che una persona possa sì imparare a controllare il pensiero come un equilibrista può arrivare a camminare su una corda fra due grattacieli, ma che sia necessaria una predisposizione naturale, come per ogni altro senso. Come c’è chi non ci vede bene, e senza vergogna si serve di occhiali, chi non ha senso logico dovrebbe munirsi di supporti adeguati. E invece ne rimane sprovvisto. Quindi camufferò la logica sotto il parrucco della satira (che cosa siamo costretti a fare!). Dopotutto, avanti Jeeves! Je suis Charlie… e quindi in punta di satira si può dire quello che si vuole risultando più persuasivi, giusto? Perché saremo mica tutti Charlie a intermittenza!?

 

La primitiva impalcatura del pensiero di cui sopra si basa sulla fallacia dell’evidenza soppressa, nota anche come “Argomento della faccia di merda”; ovvero si maschera un interesse volgarmente opportunistico da nobile slancio umanitario. Per rendere potabile il veleno si accusa preventivamente la controparte di tutte le proprie alterazioni, facendo subdolamente leva sul recondito senso di colpa e sulla vanità di mostrarsi aperti e magnanimi degli interlocutori: sapendo di essere promotori di una deriva (immigratoria), si punta il dito su di un’altra presunta deriva (xenofoba); sapendo di essere dispotici, si urla al fascismo; riconoscendosi avidi e meschini, si biasima la spilorceria d’animo; consci di essere pedestri, si taccia di semplificare; sapendosi falsi e conformisti, si annuncia di voler smontare falsità e luoghi comuni; sapendosi piromani della malafede che tutto prova a inghiottire, si punta il dito sul fuoco altrui. Calabresi conclude il virgolettato vergando un eloquente: «Questa è la verità». Vediamo allora di raccontare un po’ di palle mistificando senza ritegno, assicuriamoci di fare dell’eristica infida sottolineando inesistenti contraddizioni per il puro gusto della disputa gratuita, perché gli eroi dei buoni sentimenti e dell’illuminato comprendonio non abbiano vita facile e si conquistino sul campo quello stesso eroismo. Partendo dall’articolo e allargandoci all’intera “narrazione” – come direbbero gli intellettuali – del progressismo regressivo, del comunista evoluto, cameriere in livrea del capitale:

 

 

 

 

Lo Ius soli non li riguarda, non verrebbe applicato a chi sbarca dai gommoni e se anche una di quelle donne è incinta, suo figlio non diventerà italiano perché manca il presupposto della permanenza legale della madre.

L’Italia non è abile a espellere nessuno. Anche il caldo africano lo ha capito. Una sanatoria farà in modo di legalizzare i clandestini e infine la cittadinanza verrà riconosciuta a quei bambini come alle loro madri.

 

 

 

Si tratterebbe di integrarli, di evitare di lasciarli ai margini della società, e questo dovrebbe essere un imperativo per tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza.

«Integrati nella comunità e simpatici: così i vicini descrivono gli attentatori di Londra».

 

 

 

 

Gli immigrati sono un’avanguardia, vanno accolti e assimilati per un futuro di civiltà; inoltre rappresentano una preziosa risorsa per l’Italia

Se sono una risorsa in un luogo dove non c’è lavoro per gli indigeni, è perché rappresentano manodopera a basso costo. Cioè vengono sfruttati. Nostro dovere è dunque accogliere per sfruttare? In alternativa, vanno mantenuti con i soldi della collettività che non ne ha a sufficienza per i propri stessi membri. Oppure, possiamo permettere loro di delinquere per sopravvivere. Farne dei barboni è l’ultima delle opzioni; proprio come i nostri, che ignoriamo e lasciamo morire di freddo ogni inverno. Questo è il nostro futuro di civiltà?

 

 

 

 

I musulmani vanno integrati nel rispetto della loro cultura

Integrare un musulmano significa renderlo laico. Laicizzare un musulmano significa, nel rispetto della sua cultura, condannarlo a morte. Noi non possiamo integrare i musulmani nel rispetto reciproco; nel rispetto della loro cultura possiamo solo lasciarci integrare.

 

 

 

 

Dobbiamo rispettare le minoranze, in particolare gay e musulmani

Rispettare i musulmani significa buttare gli omosessuali dai tetti dei palazzi; rispettare i gay significa rendere illegale l’Islam. In molti Stati Occidentali la minoranza musulmana entro il 2050 sarà maggioranza.

 

 

 

 

Le tradizioni vanno difese perché rappresentano il giacimento culturale dei popoli

Nel rispettare le altre tradizioni, sfregiamo o rinneghiamo la nostra.

 

 

 

I muri sono divisivi, simbolo di esclusione, di estromissione

Un muro, difendendo dall’esterno, protegge l’interno. La cintura di sicurezza non è un simbolo di prigionia, ma una difesa in caso di urto. Le nostre case hanno porte? Cancelli? Mura? Le case dei progressisti sono loft en plein air? Il Vaticano è difeso da aiole fiorite?

 

 

 

 

Il popolo è sovrano; la democrazia il nostro valore supremo

Quando il popolo manifesta democraticamente la propria volontà contro la volontà istituita, la sovranità diventa populismo.

 

 

 

 

La reciprocità è il segreto di una convivenza pacifica fra Occidente e mondo islamico

Come l’Imam Sharif Lorenzini ha imperativamente affermato di voler rieducare Filippo Facci in diretta televisiva, un italiano adottato in giovane età da una famiglia saudita e oggi vescovo a Riyad dovrebbe poter sbraitare urbi et orbi di rieducazione cristiana del Regno. Per una questione di reciprocità.

 

 

 

 

Sono pluralista e mondialista. Amo le differenze e per questo non sono un gretto provinciale, ma un uomo di mondo, aperto a una dimensione globale

Il mondialismo è la fine di ogni pluralismo. Il globale assorbe il locale e annulla le differenze.

 

 

 

 

Discriminare su base razziale o culturale è ignominioso

I neri hanno il ritmo nel sangue. I latini sono amanti calienti. I francesi hanno la puzza sotto il naso. I tedeschi sono quadrati, rigorosi. Va da sé.

Gli zingari sono nemici del sapone e tendono a rubare. I magrebini infidi. I centroafricani hanno una sudorazione estroversa. Razzista!

 

 

 

 

Continuate pure voi…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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