Arthur-Schopenhauer-1

Abbiamo osservato per tanti mesi e con crescente imbarazzo l’ammaestramento della propaganda sinistra nei confronti delle bertucce progressiste. Per tante volte abbiamo rimarcato come alla base del cataclisma intellettuale in atto vi sia innanzitutto una generale assenza di consonanza cognitiva. Abbiamo poi sottolineato in numerose circostanze come il condizionamento ideologico mass-mediatico si sia servito della finestra di Overton per rendere progressivamente popolari idee poco prima inconcepibili, come l’utero in affitto o un governo Pd-5Stelle. Tuttavia, benché avvezzi a tutto ciò, ci troviamo innanzi un genere di divulgazione che si spinge oltre e che ritengo apertamente sperimentale e potenzialmente distopica. La contraffazione di dominio sta tirando l’elastico della credulità sociale fino a sdoganare la più schietta imbecillità. Non è più un lubrico tentativo di trasformare l’inaccettabile in legale, ma un frontale attacco all’esperienza, al principio di realtà. Mentana scrive: «Effetto generazione Z su tutta l’opinione pubblica italiana; sondaggio Swg, è il clima la più grande preoccupazione degli italiani». Assistiamo dunque a un mitragliamento manipolatorio a tappeto di ecoputtante millenariste azzimate da rassicuranti treccine, un moral bombing strategico; e quindi una presta verifica dei danni recati alla popolazione civile con sondaggioscemenze pilotate che rilanciano il moral bombing di cui sopra. Quali sono dunque le “situazioni o realtà” che preoccupano maggiormente gli esseri umani che abbiamo intorno? Il clima. Si sottintende dunque, sfidando la sfera logico-razionale anche dell’imbecillità integrale, che i 14 milioni di poveri assoluti/relativi in Italia, o i malati di cancro, o i disabili, o gli anziani soli, o le madri single, o i disoccupati, o i giovani precari, o i giovani randagi, o i cornuti, o gli interisti… abbiano come prima preoccupazione esistenziale, la mattina, il cambiamento climatico. E lo si riporta senza temere di essere presi a schiaffi con delle fette di bresaola multimediale sulla faccia. 

 

 

 

 

Come scriveva qualche giorno fa un intelligente lettore, noi ultimi avamposti del discernimento ogni tanto proviamo pietà per il povero babbo-progressista medio, quotidianamente occupato a conciliare l’inconciliabile nella sua coscienza adulterata: fervente femminista e gay-friendly, ma anche adoratore acritico di culture violentemente maschiliste e omofobe; intransigente animalista e difensore delle macellazione con tortura dell’animale; laicista spinto (religioni oppio dei popoli) e difensore ad oltranza di pratiche religiose di minoranze fanatiche che subordinano al dogma ogni singolo aspetto della convivenza civile; antifascista e pacifista, ma con la bava alla bocca e pronto ad appendere il leghista a testa in giù; implacabile accusatore dei metodi polizieschi della polizia quando il poliziotto si difende e implacabile accusatore dell’irresolutezza della polizia quando il poliziotto muore; democratico responsabile che vorrebbe concedere il voto solo a chi ha tre lauree perché la politica è una cosa per competenti, se non hai studiato che cosa ne vuoi sapere?… eppure a favore di un’apertura del suffragio ai sedicenni. Ma questa pietà è superflua. Perché la clinica di regime lì ha già in cura. La sperimentazione ideologica in atto, ostentando senza pudore la propria stessa irrazionalità, si sta adoperando per eliminare il disagio logico che persino l’imbecille ancora proverebbe innanzi a macroscopiche contraddizioni. Questo è ciò che sta avvenendo. Abbassando sempre più la soglia minima di coerenza richiesta, nella società come nelle coscienze, tutto diventa possibile, tranne riportare alla ragione. Quando l’imbecillità diviene l’unica realtà, l’imbecille non è più un deviante, un malato. Anzi. Il pensiero critico è intercettato come devianza; il pensiero critico diventa la malattia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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