Quest’anno mi ero ripromesso di ignorare il Salone del Mobile, non tanto per snobismo gratuito, quanto per un’assoluta inadeguatezza a intercettarne gli impulsi culturali o a comprenderne i cerimoniali; ma un testimone è pur sempre comandato a testimoniare anche a beneficio di chi presagisce le stesse perplessità. La fiera internazionale, giunta alla sua 56esima edizione, è rimarchevole, ben organizzata e capace di convogliare il mondo intero in Italia. Inoltre, nel prosieguo conviviale e metropolitano del Fuorisalone apre al pubblico luoghi di Milano solitamente inaccessibili o negletti, vivacizzandoli con «eventi»– accezione lessicale che ho sotto la coda come un mazzo di […]