Oggi, all’altare di un’antica chiesa di campagna, si è celebrato un rito nuziale. Uno dei tanti di questo maggio assolato. Ho amici squisiti che sono da poco convolati, quindi non mi spenderò in commenti sull’istituzione in sé, benedetta dal Signore e dalle wedding planner. Cionondimeno questi cerimoniali, fra catabasi e anabasi, sono spesso un traumatizzante estratto della precarietà relazionale fra l’umano e il divino. Il più eclatante, perché in violento attrito con l’inviolabilità del sacramento. E quella che segue non è una ricostruzione caricaturale, una parodistica carrellata di convitati, ma un accidentale quanto esatto reportage di gelida cronaca rosa. La […]