Il nostro caro “nemico” Pisapia
“Sento che tutto, tranne la vostra cortesia, è contro di me”. Ha usato la citazione e i toni giusti, ieri, Giuliano Pisapia, salutando da sindaco di Milano le celebrazioni per i 40 anni del “Giornale”, che della città è un pezzo importante. Ha usato toni da seduttore e una gran dose di autoironia e ostentata timidezza, dicendosi perfino sorpreso per gli applausi con cui lo ha accolto un teatro Manzoni pieno di firme, cronisti, amici e ammiratori del nostro quotidiano. E chissà cosa si aspettava? Ne ha ricevuto più d’uno, di applauso. D’altra parte ha confessato di essere un accanito lettore del Giornale, a cui – ha rivelato – deve in genere la sua prima arrabbiatura mattutina. E ha anche ricordato il suo passato da “editorialista” di via Negri, alla cui linea garantista, da “vecchio” avvocato libertario (ma non liberale) è tutt’altro che estraneo.
Cercare ciò che unisce è un’arma della migliore politica – lo era, almeno, prima che iniziassero gli anni della demonizzazione prima e dei “vaffa” poi. Giusto così, dunque. E ciò non toglie ovviamente il dissenso abissale su quasi tutto: tasse, sicurezza, famiglia e diritti e cento altri temi. Pisapia ieri ha mostrato di meritare ampiamente – forse non il voto ma di certo – almeno una stretta di mano dei suoi “cari nemici”. E scusate se è poco.