Si è detto e scritto molto sulla candidatura di Sumaya Abdel Qader, responsabile cultura dei centri islamici milanesi. La scelta di schierarla ha suscitato grandi malumori in un pezzo di Pd, che resta coperto e in silenzio solo per carità di partito: aprire una contesa del genere a un mese dal voto significherebbe coinvolgere esponenti di primo piano del centrosinistra milanese (mettendo in gravi ambasce anche il candidato Beppe Sala). La dirigente islamica infatti (nei manifesti si presenta con un bel velo colorato) è sponsorizzata direttamente dall’assessore Pierfrancesco Majorino, già candidato alle primarie, oggi (curiosamente) capolista e artefice del (fallimentare) piano-moschee del Comune. A microfoni spenti, le preoccupazioni nel Pd serpeggiano. Il centrodestra, poi, ha manifestato pubblicamente la sua contrarietà, che non è legata tanto alla persona della candidata, ma a ciò che sottintende la sua discesa in campo, accompagnata da quella (poi rientrata) di Sam Aly in zona 4: si può parlare di un patto (ideologico e ora anche elettorale) stretto col mondo che si riconosce nei centri islamici che fanno riferimento al Caim.

Nessuno ha però notato un aspetto paradossale della vicenda, che interessa il partito e il suo capolista, più della candidata: l’annuncio della candidatura, arrivato via facebook, è stato salutato da grandi e legittimi entusiasmi dei suoi amici e sostenitori. E molti di loro l’hanno salutata e incoraggiata con auguri particolari e vari: non sono mancati gli elettori che hanno fatto riferimento alla divinità: “Che Dio sia con te”, per esempio, oppure che “Allah guidi i tuoi passi”. Legittimo, comprensibile per una esponente di un’associazione che sta a cavallo fra la politica e la religione (musulmana). Ma si può immaginare cosa avrebbero detto Pierfrancesco Majorino e gli esponenti dell’area laicista (e un po’ anticlericale) della sinistra se commenti del genere avessero accompagnato la candidatura di un cattolico, magari liberale o conservatore, o un’iniziativa di Costanza Miriano. Apriti cielo.