Periferie  deluse, quartieri delusi dalla sinistra, che li ha lasciati in balia di degrado e abbandono. Qualcuno il tema lo ha fiutato in tempo. Forza Italia ha avviato la sua campagna elettorale (con Silvio Berlusconi!) fra Baggio e Lorenteggio, in una domenica invernale. A sinistra molti immaginavano la rivolta (democratica, elettorale) che stava preparando una Milano sempre più stanca, quella fisicamente e socialmente lontana dalle vie “fighe” del centro, certamente capaci di regalare gratificazioni a chi problemi, in ogni caso, non ne ha. A sinistra molti sapevano ma hanno taciuto. E ora qualcuno lo dice. Stefano Indovino per esempio. Il capogruppo del Pd che era dato vincente sicuro in zona 9 e si è fermato davanti alla riscossa azzurra, un’ondata lib-pop che nel municipio rosso per antonomasia ha preso le sembianze rassicuranti e popolari di Giuseppe Lardieri.

Indovino non ha dubbi sulle cause della disfatta. Sostiene di aver lanciato a suo tempo l’allarme, inascoltato: “C’è stato qualcuno che in periferia non c’è andato solo per farsi le foto – ha scritto – rimasto inascoltato, che aveva posto temi politici seri legati ai temi della casa, della riqualificazione delle periferie, della disattenzione per piccoli grandi problemi. E’ meglio mettersi gli occhiali giusti per vedere quello che è successo piuttosto che tenere le fette di salame sugli occhi. Non è polemica, non lo vuole essere, ma il tentativo di far vincere Beppe Sala fra due settimane. Far girare foto di chi potrebbe fare l’assessore se vincesse Parisi è inutile e ricorda molto l’errore che fecero gli altri nel 2011 con “Zingaropoli”. Per vincere servono idee e proposte chiare, serve ascoltare chi nei quartieri complicati ci sta veramente e non per finta, servono meno radical chic ed espertoni della qualunque e più persone normali che sui territori fanno politica, che andrebbero ascoltati, non solo utilizzati per volantinare. Sì, ho perso, e quindi magari le mie parole valgono zero, ma lo faccio per evitare che succeda a tutti quello che è accaduto a me”.

indobino.

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