Casini e la democrazia a priori
Pierferdinando Casini sta cambiando strategia di vendita. Se per un certo periodo si è dedicato alla pratica del doppio forno, con l’idea di offrire il suo pane politico a destra e a manca, ora punta tutto sul monopolio. Il principio è semplice. Si può chiamare democrazia a priori. Gli italiani sono liberi di votare, mica si può negare questo diritto sacrosanto di libertà. Forse vince Bersani. Forse Berlusconi fa l’impossibile. Forse all’improvviso tutti scoprono il centro. Forse si fa pari e patta. Troppi forse. La nuova Italia austera e responsabile, un po’ accademica e un po’ democristiana, non vuole lasciare il peso dell’incertezza sulle povere famiglie già inguiaiate con la crisi e con le tasse. Cosa si sono inventati allora Casini e i suoi amici? Facciamo le elezioni, giusto per pasare in allegria l’inverno, ma poi qualsiasi cosa accada a governare sarà Mario Monti. In questo modo stiamo tutti più tranquilli. L’alternativa era l’estrazione a sorte, ma in quel caso c’era il rischio che Pierfurby sarebbe rimasto senza poltrona. E lui da buon democristiano non ama il gioco d’azzardo.