Batti e corri e difendi la tua casa
Batti e corri. E difendi la tua casa. I ragazzini di Seattle o di Cleveland o di qualsiasi luogo remoto e sperduto degli States questa idea ce l’hanno nel dna.
Il baseball è lo specchio dell’America. È Whitman, Steinbeck, Roth, De Lillo e Robert Redford che scopre la sua mazza di legno Wonderboy e si riprende il destino. È Charlie Brown e il suo mondo di bambini. L’anno scorso si è parlato molto di un romanzo, L’arte di vivere in difesa di Chad Harbach, direttore di quella meravigliosa rivista culturale che è N+1. Il baseball come romanzo della crisi, come paura del fallimento. Batti e corri e difendi la tua casa. È facile. Lo capiscono tutti, lo sentono tutti. La casa è la patria, è la terra, è dove finiscono gli altri, è quel confine che nessun governo si può permettere di stuprare, sono quelle quattro mura dove l’individuo o la famiglia costruiscono la propria libertà. Quattro mura come quattro basi. Il gioco è questo. Non farti rubare la casa, perché lì c’è la tua identità, c’è tutto quello che hai, ci sono i tuoi ricordi e da lì parti per andare a caccia del futuro. È l’America che anche quando cerca la frontiera, si avventura, si muove negli spazi nomadi di un territorio immenso, si porta dentro la nostalgia della casa. Anche noi italiani siamo stati nomadi. Siamo andati via per inventarci una fortuna, per fuggire dalla miseria, e anche noi ci siamo portati un pezzo di casa nelle valigia. È tanto che non si migra più. Non da senza terra, almeno. Eppure questa crisi ci sta colpendo proprio dove pensavamo ormai di poter mettere radici. La casa è diventata il centro delle nostre paure. Qui non si cresce con il batti e corri. L’Italia è terra di calcio. Ma anche il nostro calcio ha a che fare con la casa. Siamo passati alla storia come i maestri del catenaccio, con i Burgnich e i Gentile, i Rosato e i Bruscolotti convinti che la regola della vita sia «prima non prenderle», con Zoff o Buffon come ultimo baluardo davanti alla porta. Anche per noi la casa è tutto. È per questo che ogni scandalo sulla casa, da affittopoli ai privilegi della seconda repubblica, fatichiamo a perdonarlo. È per questo che ogni tassa sulla casa la consideriamo un abuso di Stato. Un governo può chiedere sacrifici. Ma c’è un limite. Il baseball lo racconta in poche parole. Batti e corri e difendi la tua casa.