Se la Ciociaria riscopre il calcio (e la vita) totale
Questa volta vi parlo della mia terra. Ogni tanto accade qualcosa che regala una libbra di speranza. E’ una storia magari piccola, che ha a che fare con il calcio. Mi hanno detto che il Frosinone, appena promosso in serie B, ha uno dei migliori vivai d’Italia. Due anni fa ha vinto, giocando un calcio rivoluzionario, il campionato italiano allievi. Punta sui giovani, sulla primavera, sulla tecnica, sul bel gioco, e sul talento. E soprattutto ha coraggio. Il coraggio di essere una provinciale che non ha paura di confrontarsi con il mondo. Lo confesso. Non seguo molto il Frosinone. Sono un maledetto interista e come affetti sono più legato al Sora, sopportando perfino la divisa bianconera. Non sapevo quindi della “cantera del Frosinone“. Sono stati alcuni colleghi dello sport a parlarmene. L’allenatore delle giovanili si chiama Luigi Marsella. E’ stato lui a vincere lo scudetto due anni fa. Negli anni ha allenato giocatori come Diakité l’albanese Edgar Çani del Bari, Emanuele Testardi ora al Ferencváros ma ha giocato anche con la Samp o Corsi del Cosenza
Marsella è ‘ ciociaro, ma ama per tradizione familiare la Spagna. Quando Guardiola ha cominciato ad allenare il Barcellona ha capito che lì stava avvenendo qualcosa di nuovo, così ogni estate invece di andare al mare è andato a studiare il calcio del Barca. Non ha chiesto l’autografo a Messi, ma ha stretto amicizia con il tecnico della cantera. Non si è limitato però, per fortuna, a copiare il tiki taka. Ci ha messo qualcosa di suo. Il tiki taka è una ragnatela, che tesse trame di gioco prima con una certa lentezza e poi si sublima nelle improvvisazioni di Messi. Per me è una sorta di catenaccio attivo, una rivoluzione nell’arte di vivere in difesa, ma comunque più una tecnica di disarmo che di attacco. Non so se Luigi Marsella la pensa allo stesso modo. probabilmente no, perché lui è uno che conosce il calcio, io ci faccio sopra chiacchiere. Sono comunque andato a vedere i suoi allenamenti e una cosa mi ha colpito: questi ragazzi corrono tantissimo, hanno una grinta argentina, cambiano continuamente posizione, ma soprattutto passano ore e ore a curare i fondamentali. Questo ultimo particolare non dovrebbe stupire, ma sembra che in Italia non sia poi un aspetto così scontato.
Dove sta la libbra di speranza? Sta qui. Su come sta cambiando la mia terra, su quel poco che sta cambiando. La Ciociaria per anni ha guardato il mondo con le lenti del modello andreottiano. Tutto ciò che accade avviene per grazia ricevuta. E’ il potente di turno che pensa ai suoi clientes assicurando un posto, una garanzia, un finanziamento, una sinecura, un futuro in cambio di voti. Il risultato è che l’individuo non deve fare nulla se non confermare la sua fedeltà elettorale. In questo modello quello che ha fatto Marsella, andare all’estero, studiare gli altri e interpretarli in modo personale, è una fatica inutile. Anche scommettere sui fondamentali è inutile. Andare e tornare è inutile. Insegnare ai giovani che il talento, anche nel calcio, è dono di natura e lavoro quotidiano è inutile, e perfino pericoloso. Qualcosa per la prima volta però sta cambiando. Luigi Marsella è solo un esempio di quello che sta accadendo. Conosco scrittori, fotografi, giornalisti, imprenditori, artigiani tradizionali e makers, maratoneti, chef, musicisti, commercianti ciociari che finalmente non aspettano più che la palla scenda dall’alto o che gli arrivi un passaggio tranquillo sui piedi. Sono ancora una minoranza, ma si muovono per andarsi a cercare uno spazio. Come nel calcio. Il terreno di gioco non è più statico, ma è un luogo dove ci sono infinite possibilità di movimento. Lo spazio si crea quando ti muovi e lo illumini. Non aspetti il passaggio, ma banalmente lo detti. Rischi. Rischi anche di finire in fuorigioco. Rischi di perderti. Ma almeno non ti spegni poco a poco. L’arte di sopravvivere in difesa non passa per forza dalle clientele.