L’Inter, la Juventus e il trono di spade
Chiacchiere da bar, il giorno dopo Juventus-Inter, tanto per sfogare l’amarezza. Il calcio non è solo gol, dribbling, rovesciate e doppi passi. Non è neppure solo tattiche, pressing, fuorigioco, grinta e tigna. Il calcio è anche potere e strategia. No, tranquilli, non sto dicendo che i bianconeri vincono rubando. La Juventus vince perché è nettamente più forte. La domanda è: perché è così forte? Come è tornata ad esserlo? E’ qui che entra in ballo il gioco dei troni. I sette, di fatto, scudetti della Juventus nascono dalla miopia strategica dell’Inter. Tutto comincia dopo il Triplete, quando Moratti poteva capitalizzare quel successo e non lo ha fatto. La Juventus, allora, era una squadra fragile, devastata dalla serie B. L’Inter avrebbe dovuto far rialzare così facilmente la testa agli avversari di sempre, facendo pesare quel potere economico che dopo la Champions avrebbe potuto avere. Invece no, l’Inter non ha avuto il coraggio di lasciar andare i suoi campioni ormai a fine ciclo. Non ha venduto, solo per fare un esempio, Milito. Per amore, per riconoscenza, per romanticismo. Di fatto ha speso tanto e male e poi si è ritrovata prigioniera del fair play finanziario. La povertà di rende fragile. La svolta della Juve è il primo scudetto di Conte, inatteso, con una squadra non ancora forte, che cambia il destino e riporta la società a galla. Da lì in poi non hanno più sbagliato una mossa, con la rabbia lucida di chi si sente condannato ingiustamente, La Juventus è tornata dominante, strappando ai suoi avversari i giocatori migliori, come è successo solo per fare due casi con Pjanic e Higuain. Il suo avversario è stato il Napoli, che non ha la storia e il carisma di Inter e Milan. Ha preso un allenatore sottovalutato ma straordinario come Allegri. La ciliegina sulla torta è la scommessa, vinta, su Cristiano Ronaldo. Il colpo davvero cattivo e beffardo è però Cancelo. Mi viene quasi da pensare che la Juventus non avesse davvero urgenza di un terzino destro. Quello che sa è che il portoghese è una fonte di gioco per l’Inter, Sa anche che i nerazzurri non hanno i soldi per comprarlo subito, al massimo sa che sperano di tergiversare e acquistarlo dopo la chiusura del bilancio. La Juventus mette i soldi sul piatto e se lo prende, forse senza neppure avvertire l’allenatore. Lo prende per non far rialzare la testa all’Inter. L’Inter, da parte sua, non considera Cancelo davvero strategico, punta tutto su Radja Nainggolan, giocatore del cuore di Spalletti. Tutti i tecnici hanno i loro giocatori totem, una società sa quando, come e se accontentarli. Nainggollan costa all’Inter il sacrificio di Cancelo e Zaniolo. Il risultato è che il venerdì di Sant’Ambrogio Naingollan è in tribuna rotto e Cancelo firma l’assist della vittoria bianconera. La Juventus è vincente perché cinica e bravissima al gioco dei troni. E’ come i Lannister. L’Inter non sarà mai così. E’ romantica. E’ come gli Stark di Grande Inverno. Forse vincerà quando torneranno a volare i draghi (cinesi).