Ecco cosa rischia chi scrive di ‘ndrangheta

Per capire la complessità del fenomeno ‘ndrangheta e di come in una ventina d’anni la holding criminale calabrese abbia sostanzialmente “conquistato” il Nord basta mettere in fila quello che è successo nelle ultime settimane. A Reggio l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola è alla sbarra per aver protetto la latitanza dell’ex collega parlamentare Amedeo Matacena, oggi a Dubai, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Cassazione per i suoi rapporti con la cosca Rosmini. In tribunale Scajola ha anche sfiorato la moglie dell’armatore Chiara Rizzo, accusata come Scajola di procurata inosservanza della pena nei confronti del marito – con l’aiuto […]

  

Roma, la coop(pola) e le ‘ndrine

Quando si parla di ‘ndrangheta e di operazioni che smantellano le cosche bisogna fermarsi a riflettere, a leggere bene le carte e a passare al setaccio le parole degli inquirenti. La maxi operazione che ha portato a 31 arresti nella capitale non va archiviata come l’ennesima retata. Perché il gruppo criminale originario di San Luca individuato dopo la morte del boss Vincenzo Femia del 24 gennaio 2013 secondo gli inquirenti non sono aveva rapporti con la coop Edera – già coinvolta nell’indagine su Mafia capitale – ma era anche in grado di trattare alla pari con i più agguerriti cartelli […]

  

Ma chi ha ucciso il boss scissionista?

Leggo dall’Ansa: “È stato scoperto il mandante dell’assassinio di Carmelo Novella, boss della ’ndrangheta lombarda, ai vertici della «locale» di Guardavalle, freddato a colpi di pistola il 14 luglio del 2008 nel bar «Reduci e combattenti» di San Vittore Olona, nel Milanese. I carabinieri del Ros di Milano hanno infatti notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano Andrea Ghinetti a Cosimo Giuseppe Leuzzi, 50 anni, detenuto a Foggia. Leuzzi, capo della locale di Stignano (Reggio Calabria), alleata con le locali di Monasterace e Guardavalle, operanti nella zona dell’Alto Jonio, avrebbe deliberato l’omicidio con Andrea Ruga, […]

  

Le parole che Alfano non dice sulla ‘ndrangheta

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, da buon siciliano, è certamente un esperto di Cosa nostra. Il suo libro La mafia uccide d’estate (da non confondere con il quasi omonimo e bellissimo film di Pif) ha peraltro riscosso un buon successo di pubblico e di critica, come si dice in certi casi. Eguale dimestichezza, temo, Alfano non ha con le cose di ‘ndrangheta. A repubblica.it ha detto una frase che non sta in piedi («Abbiamo ottenuto grandi risultati», ma quali?), poi ha fatto appello alle donne «che hanno a che fare con uomini di ’ndrangheta» chiedendo loro di dissociarsi: «Se si […]

  

La bilancia (storta) tra giustizia e ‘ndrangheta

È stata rinviata a martedì 17 giugno l’udienza che avrebbe dovuto tenersi oggi nel processo in appello sulle infiltrazioni del clan della ’ndrangheta Valle-Lampada in Lombardia che vede imputati, insieme ad altre persone, l’ex giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio, l’ex consigliere regionale calabrese del Pdl Franco Morelli e il presunto boss Giulio Lampada, di cui abbiamo ampiamente parlato qui. La quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, infatti, ha respinto la richiesta di ricusazione del collegio giudicante del processo in corso, ma i legali di uno degli imputati hanno avanzato una nuova istanza. Il processo […]

  

La scomoda verità sulle ‘ndrine a Milano

«Questa sentenza non è una vittoria della sola Procura, ma degli interi uffici giudiziari milanesi. Oltre gli inquirenti, anche il tribunale e la corte d’appello hanno dato prova di grandissima professionalità, che ci ha consentito di arrivare a questo storico risultato a meno di quattro anni dagli arresti». Così una raggiante Ilda Boccassini al Corriere della Sera ha «festeggiato» il verdetto della Cassazione sul processo Crimine-Infinito. E ha tirato anche un bel sospiro di sollievo. Perché? Perché non è tutto oro quello che luccica, e la procura antimafia milanese lo sa bene. Dice la Boccassini: «È stato premiato un lavoro […]

  

La strana caccia allo Scajola

Ormai quella sull’ex ministro Claudio Scajola è una competizione tra Procure. Non bastava l’inchiesta Breakfast dei pm reggini sul presunto sodalizio in odor di ‘ndrangheta per aiutare l’ex deputato Amedeo Matacena a sottrarsi alla cattura; non bastava l’ombra dell’omicidio «per omissione» sull’ex titolare al Viminale nell’indagine sulla scorta tolta al giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Br il 19 marzo del 2002, riaperta dai pm di Bologna grazie a nuove carte scoperte nell’archivio di un ex collaboratore di Scajola. Adesso sul capo del politico ligure si è abbattuta una doppia tegola. Il pm di Imperia Alessandro Bogliolo ha chiesto il […]

  

Quella bomba sotto la sabbia

Che figuraccia. L’avevo scritto che l’ombra della Laura C – la nave carica di esplosivo affondata a largo di Saline Joniche sulla costa reggina, vero e proprio supermarket dell’esplosivo per mafia, camorra e ‘ndrangheta – si era allungata sulla stagione delle bombe a Reggio. E come tutti sapevo che la nave carica di esplosivo  era stata «messa in sicurezza» nel 1996. E invece no. Solo oggi si viene a sapere che da qualche giorno le forze speciali della Marina Militare stanno recuperando il tritolo custodito nel relitto dopo il via libera della Dda e dopo «l’operazione TNT» condotta dai Carabinieri […]

  

La grande ammucchiata

A volte ritornano. Metti ad esempio quel Paolo Romeo che, neanche troppo a sorpresa, spunta fuori nell’inchiesta su Claudio Scajola. Nei giorni scorsi la Procura antimafia di Reggio Calabria ha annunciato di aver indagato altre persone nell’inchiesta Breakfast: si tratta dei personaggi già oggetto di perquisizione, dai due Fanfari, Giorgio e Cecilia fino a Emo Danesi, ex dc espulso quando saltò fuori la sua iscrizione alla P2. Sono loro gli altri complici della presunta Spectre affaristico-mafiosa collegata alla massoneria? La caccia è partita ancor prima di aver iniziato a spulciare la documentazione monstre – centinaia di faldoni, ci vorranno mesi […]

  

Se l’associazione mafiosa è un azzardo

Di solito, nei processi in cui sono coinvolti personaggi calabresi in odore di ’ndrangheta l’associazione mafiosa non si nega a nessuno. E invece no. Siamo a Bologna, in un filone del processo nato nel 2010 dall’inchiesta Black money condotta dalle Fiamme Gialle del Gico di Bologna sulle slot gestite dalla famiglia di Nicola Femia, manipolate ad arte per frodare il fisco anche grazie alla complicità di alcuni esponenti delle forze dell’ordine che anziché controllare le macchinette sussurravano tutto a Femia, e a dei siti per il gioco d’azzardo che bypassavano i controlli dei Monopoli. Ci furono 29 arresti, 150 indagati, […]

  

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