Contanti non pubblicità: Facebook che cura i propri interessi
La donazione di 500 mila dollari in adv da parte di Mark Zeckerberg a favore della Croce Rossa in occasione del Terremoto che ha colpito il Centro Italia ha suscitato molti apprezzamenti e altrettante polemiche o prese di posizione. Quello che si imputa a mr. Facebook è di non aver messo mano al portafoglio dall’alto di un patrimonio stimato di 54 miliardi di dollari, ma di avere di fatto ceduto una parte del proprio magazzino di invenduto (ovvero spazi pubblicitari che non hanno trovato un acquirente). Il gesto, che è comunque un segnale di attenzione e che forse darà un riscontro economico (se mai verranno comunicati i risultati delle campagne di adv che verranno fatte), potrebbe essere valutato anche da un altro punto di vista. Quando si tratta di interessi concreti relativi al proprio business, il gruppo di Zuckerberg mette mano al proprio portafoglio senza esitazioni.
Graf: denaro investito in attività di Lobby da Facebook nel periodo 2011-2016
I numeri riportati nel grafico parlano chiaramente: nei primi Quarters del 2016 sono stati spesi quasi 5 milioni di dollari in attività di lobby nel solo suolo statunitense, collocando Facebook tra i big spender in questo “settore”. Google con 8 milioni nel medesimo periodo continua ad essere in cima alla classifica delle aziende tecnologiche, anche a fronte delle sue attività più articolate in molti settori.
Oltre a sottolineare quanto sia “democratico” poter conoscere queste cifre (quando ci sarà un Italia un registro simile accessibile a tutti?), non si può non rimanere perplessi di fronte alla “donazione” di mr. Facebook. Non sarebbe stato più utile versare una frazione della cifra annunciata nelle casse della CRI invece di costringere quest’ultima a investire per creare e gestire campagne dall’esito monetario tutto da conquistare (e dimostrare)?