23 milioni di $ per un libro: w gli algoritmi
Correva l’anno 2011 quando un biologo statunitense di nome Micheal Eisen tentò di acquistare un libro relativamente raro tramite Amazon dal titolo “The Making of a Fly: The Genetics of Animal Design“. Come potete facilmente verificare è ancora in vendita e per ottenerne una copia non usata si devono sborsare circa un centinaio di dollari. Ma nel 2011 non andò così. Una decina di copie del testo erano in vendita attorno ai 35$, ma si trattava di copie usate. Il ricercatore si insospettì nel vedere che invece le due copie disponibili (da venditori differenti) si attestavano su prezzi stellari: $1,730,045.91 da Profnath e $2,198,177.95 da Bordeebook. Ovviamente pensò ad un momentaneo problema della piattaforma e quando si ricollegò il giorno successivo fece un balzo sulla sua sedia: il prezzo era lievitato 2,8 milioni, con un sostanziale allineamento dei due prezzi (la differenza era passata da 400 mila a circa 5 mila dollari). Entro la serata il prezzo era salito ancora: $3,536,674.57
Come poteva accadere tutto ciò? E soprattutto qualcuno se ne stava accorgendo? Evidentemente no, perchè la crescita continuò imperterrita fino al 18 Aprile quando si raggiunse il picco di $23,698,655.93 + 3.99 di spese di spedizione. A quel punto il venditore Profnath si accorse di quanto accaduto e rimise il prezzo a 106.23 più spese di spedizione.
La dinamica dei prezzi si era scatenata grazie alle possibilità di marketing offerte da Amazon ai suoi venditori, ovvero quello di esporre dei prezzi in base a dei parametri e non a livello assoluto. In questo caso uno dei due venditori (Profanath) esponeva un prezzo leggermente inferiore a quello di Bordeebook, mentre quest’ultimo aveva impostato un prezzo molto superiore a quello di Profanath stesso. L’algoritmo quindi continuava a rimbalzare l’un prezzo sull’altro e a far salire in modo vorticoso e del tutto irreale il prezzo del libro (che ovviamente chiunque si guardava bene dal comperare!).
Il caso tra gli addetti ai lavori segnalò la necessità di imporre dei prezzi massimi e minimi in situazioni come queste, ma la riflessione anche ad alcuni anni di distanza è sempre molto attuale: la capacità di calcolo e di adattamento degli algoritmi implementati in tutti gli oggetti che ne beneficiano, al pari dei consumatori che (anche inconsapevolmente) ne fruiscono, possono generare (anche in buonafede) distorsioni molto pericolose e/o artificiali.
Se si tratta di un prezzo che lievita in modo abnorme su un oggetto peraltro di utilità marginale o facilmente fungibile, la cosa non è certamente grave, ma se la cosa si dovesse verificare su sistemi preposti a decisioni che possono incidere sulla vita delle persone, la cosa diventerebbe drammaticamente attuale e pericolosa.