Il sospetto che dietro ad Edward Snowden, la gola profonda che ha svelato al mondo che gli Stati Uniti spiano milioni di telefoni e computer in tutto il mondo, ci sia la Cina, è forte. Pechino ovviamente nega tutto. “L’idea è priva di fondamento”, ha detto la portavoce del ministero degli esteri cinese, Hua Chunying, in un briefing per la stampa a Pechino. Sarebbe stato difficile, se non impossibile, che ammettesse il coinvolgimento. La portavoce ha aggiunto che gli Usa “devono spiegare” in che cosa siano consistiti i controlli effettuati su cittadini di altri paesi.

Intanto il quotidiano cinese Global Times in un editoriale scrive che l’opinione pubblica cinese è largamente favorevole a non concedere agli Stati Uniti l’estradizione di Snowden, affermando che si tratterebbe di una decisione “poco saggia”. Il giornale ricorda la manifestazione pro-Snowden che si è svolta sabato scorso ad Hong Kong e il sondaggio svolto da un giornale locale secondo il quale oltre la metà degli abitanti dell’ex colonia britannica è contraria all’estradizione.

Snowden si trova dal 20 maggio a Hong Kong che è una Speciale regione amministrativa della Cina, con una forte autonomia ma che per le decisioni politiche più importanti dipende da Pechino.

Anche Snowden respinge ogni accusa di essere al soldo di Pechino: “Non ho alcun contatto con il governo cinese, lavoro solo con i giornalisti. L’accusa di essere una spia di Pechino era “una calunnia prevedibile”, ha detto Snowden, fatta per “distrarre dalla cattiva condotta del governo americano”. E in merito sua decisione di cercare asilo politico a Hong Kong, la “talpa” ha aggiunto: “Se fossi stato una spia cinese per quale ragione non sarei volato direttamente a Pechino? Avrei potuto vivere in un palazzo”.

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