Kiev, Obama alza la voce
Il presidente degli Stati Uniti è tornato a parlare della crisi in Ucraina condannando il referendum sull’indipendenza della Crimea. “Qualsiasi discussione sul futuro dell’Ucraina – ha detto Barack Obama – deve includere il legittimo governo dell’Ucraina”, sottolineando poi che gli Usa non accetterebbero i risultati di un voto “senza che abbia avuto il precedente assenso del governo di Kiev. Oggi, nel 2014, è finita da tempo l’epoca in cui i confini potevano essere ridisegnati passando sulla testa dei leader democraticamente eletti”.
Ha annunciato poi la firma di un ordine esecutivo che impone restrizioni sui visti e dà “flessibilità per agire in futuro sulla base delle evoluzioni della situazione”. Intervento molto asciutto quello di Obama, che non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti. Come già fatto altre volte, ha sottolineato che la mossa della Russia ha “violato la sovranità dell’Ucraina”. “Washington – ha tenuto a precisare il presidente – ha mobilitato la comunità internazionale” per cercare di risolvere la situazione attraverso la diplomazia. “Ho fiducia nel fatto che si stia lavorando insieme”, ha continuato, ricordando al Congresso di agire per inviare aiuti a Kiev al più presto. L’annuncio dell’inquilino della Casa Bianca è stato subito seguito da una conferenza stampa da Roma del segretario di Stato americano, John Kerry, dopo il suo incontro con il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov.
“Dobbiamo sostenere il popolo ucraino – ha aggiunto Obama – man mano che si avvicina la data delle elezioni a maggio. È questo il percorso da seguire. Il segretario Kerry sta discutendo con tutti i nostri alleati, incluse anche l’Ucraina e la Russia, per percorrere questa strada, ma, se le violazioni del diritto internazionale continueranno, la determinazione degli Stati Uniti e della comunità internazioanle rimarrà salda. Nel frattempo adotteremo delle misure per confermare il nostro impegno nei confrotni della democrazia, della libertà verso i nostri alleati dell’Europa orientale”.
Prima di lasciare la sala al portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, Obama ha ribadito che il presidente russo, Vladimir Putin, dovrebbe dare dei “segnali di distensione” in Ucraina e in Crimea. E ha ribadito che gli alleati possono lavorare insieme per porre fine alla crisi di Kiev. Stati Uniti e Paesi europei condividono la stessa preoccupazione per le violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale ucraina e “stanno andando avanti insieme” nel definire eventuali sanzioni da imporre alla Russia.