Non passa di certo inosservata la scelta del sindaco di New York, Bill De Blasio, di non partecipare alla tradizionale parata per la festa di San Patrizio. Il primo sindaco della Grande mela che evita la festa in onore del patrono d’Irlanda, con la parata lungo la la Fifth Avenue. Ma per quale ragione? Non certo per fare uno sgarbo alla comunità irlandese. Tutto è nato in seguito alle aspre polemiche scoppiate sulla partecipazione alla parata dei gruppi a sostegno dei gay. Gli organizzatori hanno tenuto a precisare che gli attivisti gay potevano tranquillamente marciare, insieme a tutti gli altri, ma senza portare cartelli o striscioni né identificarsi come membri della comunità Lgbt. Diversi gruppi gay non l’hanno presa bene, decidendo di protestare durante il percorso della parata. De Blasio si è accodato alla protesta. Ma non è l’unico sindaco ad avere scelto di saltare l’evento come segno di solidarietà alla comunità gay: a Boston, città dalla forte componente irlandese, il primo cittadino Martin Walsh non ha partecipato alla sfilata di domenica, per lo stesso motivo.

La sfilata di New York è la più antica al mondo e il 17 marzo di ogni anno vi partecipano 200mila persone, con oltre un milione di spettatori. A Boston (foto sotto) la parata si è svolta normalmente, con migliaia di persone vestite di verde, come da tradizione,  che hanno assistito alla sfilata. Il premier irlandese Enda Kenny, negli Stati Uniti per un viaggio di sei giorni, prima di partire da Dublino si era detta dispiaciuta per le polemiche, cercando di riportare tutto al senso della festa: “La parata di San Patrizio a New York si basa sull’essere irlandesi e non sulla sessualità, sarei felice di prendervi parte”.

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