julian_castroTra i democratici le prossime primarie saranno di facciata, a meno che, da qui al prossimo gennaio, non si faccia vivo qualche pezzo da novanta in grado di impensierire la macchina da guerra di Hillary Clinton. In attesa di scoprire come andrà a finire – se sarà battaglia vera (come tra i Repubblicani) oppure no – c’è fermento, in seno al partito dell’Asinello, per individuare il nome giusto da affiancare a Hillary. Tra i più attivi in questa sorta di “primarie parallele” ci sono i democratici ispanici. Vogliono piazzare a tutti i costi un loro uomo nel ticket presidenziale. Il prescelto è Julian Castro. Già da diversi mesi a Washington circola il nome del segretario per la Casa e lo sviluppo urbano, già sindaco di San Antonio, la città dove Clinton ha fatto tappa nell’ambito del suo tour di fundraising (raccolta fondi) in Texas.

L’entourage della Clinton mette le mani avanti, sottolineando che è davvero troppo presto per parlare della vice presidenza. Muoversi ora individuando il “vice” potrebbe essere controproducente per Hillary, che vuole evitare che si diffonda una sensazione di inevitabilità rispetto alla sua candidatura. La stessa cosa che, secondo alcuni osservatori, le fu fatale nel 2008. Però le voci continuano a circolare e questo tutto sommato non è negativo, visto che condiziona positivamente la raccolta fondi, molto forte tra gli elettori ispanici, insieme ad afroamericani e giovani: componenti che risultarono essenziali per le vittorie di Obama nel 2008 e nel 2012.

Abilissimo notevole, 41 anni, Julian Castro è diventato famoso al grande pubblico quando gli fu affidato il discorso di apertura della Convention democratica del 2012, di cui, allora appena 37enne sindaco della seconda più grande città del Texas, fu la rivelazione insieme al fratello gemello Joaquin, deputato democratico.

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