Obama_EtiopiaPrima di lasciare il Kenya Obama si è voluto togliere uno sfizio: “Qualcuno negli Stati Uniti potrebbe pensare che sono venuto qui per cercare il mio certificato di nascita. Ma non è così”. Con questa battuta, pronunciata durante la cena a Nairobi con il presidente keniano Uhuru Kenyatta, il presidente Usa ha voluto scherzare sui “birther“, quelli che in America mettono in dubbio la sua cittadinanza americana, arrivando ad affermare che, non avendola, non ha titolo a occupare la poltrona della Casa Bianca (tra i birther c’è anche un candidato alle primarie del Gop, Donald Trump).

Dall’Etiopia Obama si è concesso un tuffo nel ring della campagna elettorale americana, prendendo di mira la destra. Il presidente non ha per nulla gradito alcune dure critiche mosse nei suoi confronti su alcuni temi di politica estera, in particolare l’Iran. Commentando alcune frasi di Trump, che qualche settimana fa aveva definito i messicani “stupratori e trafficanti”, Obama ha osservato: “Stiamo creando una cultura che non conduce a una buona politica, gli americani meritano di meglio”. E sull’Iran ha aggiunto: “C’è una ragione se il 99% del mondo pensa che sia un buon accordo: è perché è un buon accordo. La buona notizia è che non ho ancora sentito un argomento valido dall’altra parte”, ha aggiunto, mettendo all’indice le proteste dei repubblicani.

HuckabeePoi ha bacchettato Huckabee, definendo il suo attacco “vergognoso”. Ma cosa aveva detto di così grave l’ex governatore dell’Arkansas? Nel criticare l’accordo sul nucleare raggiunto con l’Iran aveva osservato che la Casa Bianca sta “spingendo gli israeliani verso la porta dei forni”, con un evidente riferimento all’Olocausto ed ai campi di sterminio nazisti. Obama non ha gradito, ovviamente, ed ha aggiunto che questi “attacchi vergognosi” stanno diventando “troppo frequenti” nel campo dei repubblicani, cosa che contribuisce ad avvelenare il dibattito politico in America. Le dichiarazioni dell’ex governatore dell’Arkansas rientrano, ha aggiunto poi Obama, “in uno schema di comportamento generale che dovremmo considerare ridicolo se non fosse tragico”.

In un discorso pronunciato ad Addis Abeba (Etiopia) Obama si è lasciato andare: “Se potessi correre ancora sono certo che vincerei”. Ed ha aggiunto: “Ci sono molte cose che vorrei fare per mantenere l’America in movimento”. Poi però ha riportato i piedi sulla terra: “Ma la legge è legge, nessuno è al di sopra della legge, nemmeno il presidente”. Il riferimento è al limite dei due mandati consecutivi per i quali Obama non può presentarsi alle elezioni per un eventuale terzo mandato. A qualcuno è parso un atteggiamento da gradasso che va in giro per il mondo a dire quanto è bravo e capace. Ad altri, forse, fa venire in mente riflessioni psicologiche più che politiche (Obama sente che la fine si sta avvicinando e, irrequieto, pensa ancora di poter essere il numero uno). Alla fine, però, la frase si può archiviare tranquillamente nella categoria delle battute. Che anche se del tutto inutili (e forse fuori luogo), fanno parte della politica.

Jeb_BushMa torniamo alle parole di Huckabee sui forni crematori: sono state duramente criticate anche da Jeb Bush: “L’uso di quel tipo di linguaggio è sbagliato – ha detto l’ex governatore della Florida. – Non è così che vinceremo le elezioni e non è così che risolveremo i problemi”. Ancora una volta Jeb si presenta come il candidato moderato. E su questo aspetto tiene a differenziarsi dai propri avversari: “Sono un conservatore convinto, ma non sono uno arrabbiato. Voglio aiutare la gente a migliorarsi. Il mio messaggio è di ottimismo e di speranza”, ha detto in spagnolo e in inglese, in quello che a molti è parso un chiaro riferimento a Donald Trump, che sul tema immigrazione ha usato toni durissimi.

 

 

 

Tag: , , ,