TRump1“Non si tratta solo di me. Questo è un movimento”. Donald Trump lo ha detto alla Cnn, commentando il proprio successo nei sondaggi. Secondo il miliardario imprenditore tali risultati non devono sorprendere: “La gente è stanca di questi politici incompetenti di Washington che non riescono a fare nulla”.

Trump va forte non solo a livello nazionale, ma anche nei singoli stati chiave (Iowa e New Hampshire) cruciali perché danno il via alle primarie. Secondo un nuovo rilevamento Nbc-Marist, Trump è in testa per il campo repubblicano in New Hampshire con il 21% dei consensi. A seguire Jeb Bush al 14% e Scott Walker al 12%. In Iowa invece slitta al secondo posto con il 17% dopo Scott Walker al 19%, mentre Jeb Bush è al 12%. Insomma, se non è in testa comunque si posiziona ai primi posti. E la sua presenza ingombrante crea non pochi imbarazzi tra i Repubblicani.

Stando ad un recente sondaggio Cnn/Orc, Trump guida le preferenze sul fronte repubblicano con il 18% dei consensi tra l’elettorato del Grand Old Party (Gop), seguito da Jeb Bush al 15% e da Scott Walker al 10%. Si tratta del primo rilevamento effettuato dopo una durissima polemica innescata da Trump contro il senatore John McCain, veterano del Vietnam rimasto prigioniero diversi anni (secondo Trump non poteva essere definito eroe di guerra perché era stato fatto prigioniero). Tutti avevano condannato le parole di Trump, persino la Casa Bianca. Eppure i sondaggi continuano a premiarlo (per il 22% degli interpellati può vincere la nomination, secondo solo a Jeb Bush).

TRump2La popolarità di Trump tra i repubblicani non trova però lo stesso riscontro sull’intero elettorato e il candidato Gop risulta in affanno nelle ipotesi di testa a testa con i contendenti democratici. Su questo fronte è Hillary Clinton a dominare, che si conferma anche la frontrunner per la nomination democratica con il 56% delle preferenze, seguita dal senatore liberal del Vermont Bernie Sanders al 19% che pure registra un’altra impennata rispetto al 15% dei consensi che raccoglieva a giugno.

La più grande preoccupazione per i Repubblicani, però, non è Donald Trump. Ma un Donald Trump indipendente. Che il multimiliardario decida di correre in solitaria, facendo perdere molti voti al Gop e, di fatto, regalando la Casa Bianca ai Democratici, su un piatto d’argento. Proprio come fece Ross Perot nel 1992 con Bill Clinton.

 

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