Gun_showDuello a distanza tra Hillary Clinton e Donald Trump sul tema degli ultimi giorni, il controllo delle armi. Il dibattito è stato innescato dall’ennesima strage, quella consumatasi nell’Oregon. In un’intervista ad Abc (pubblicata da La Stampa) Trump osserva che le stragi “non sono questione di armi ma di problemi mentali. Ci sono luoghi negli Stati Uniti, tipo Chicago, che hanno leggi molto dure sui controlli delle vendite, eppure in termini di violenza stanno peggio di tante altre città. Non è politicamente corretto, ma il problema sono le malattie mentali”.

Sull’altro fronte della barricata Hillary Clinton si allinea ad Obama, ma promette una maggiore incisività. Se verrà eletta alla Casa Bianca, assicura, varerà leggi più severe per controllare la vendita delle armi, in particolare ai “gun show“. E afferma di essere pronta ad agire anche aggirando l’opposizione del Congresso (pochi giorni fa Obama ha ammesso di avere le mani legate senza il pieno sostegno del parlamento e dei governatori). “Non possiamo aspettare ancora di agire per prevenire la violenza delle armi. Ogni volta che c’è un nuovo massacro i repubblicani dicono che ora non è il momento di parlare di armi. Ed in effetti è vero, non è il momento di agire da di parlare”, ha scritto Clinton in un Twitter anticipando l’annuncio di oggi del piano con cui intende, una volta diventata presidente, limitare il numero delle vendite di armi.

 

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