Thanksgiving
Negli Stati Uniti la “Festa del ringraziamento” è quella che, tradizionalmente, riunisce le famiglie. Molto più del Natale e di ogni altra festa laica o religiosa. L’origine del Thanksgiving day risale al XVII secolo. William Bradford, governatore della colonia fondata a Plymouth (Massachusetts) dai padri pellegrini, a Plymouth, nel 1676 emise un ordine: “Tutti voi pellegrini, con le vostre mogli e i vostri piccoli, radunatevi alla casa delle assemblee, sulla collina… per ascoltare lì il pastore e rendere grazie a Dio onnipotente per tutte le sue benedizioni”. Un segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso.
Perseguitati per motivi religiosi, un gruppo di 102 persone (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) nel 1621 salì a bordo della “Mayflower” e arrivò sulle coste americane, dopo un viaggio molto difficile in cui diversi si ammalarono e alcuni persero la vita. Arrivati nel “Nuovo mondo” i padri pellegrini dovettero affrontare i mille problemi derivanti da un territorio selvatico e ignoto, con l’inverno ormai alle porte. Questi uomini avevano portato dall’Inghilterra semi e piantine, dando subito inizio, tra mille sacrifici, alla loro nuova vita in America. Ma le condizioni climatiche erano difficili e i frutti della terra troppo scarsi. Quasi la metà dei padri pellegrini non riuscì a superare l’inverno. L’anno successivo intervennero in soccorso dei padri pellegrini alcuni nativi americani, che suggerirono loro cosa coltivare e quali animali allevare: la scelta si orientò prevalentemente su granturco e tacchini.
Superate le difficoltà iniziali i pellegrini decisero di ringraziare Dio per l’abbondante raccolto. Alle feste invitarono anche gli indigeni. Il proclama emanato dal governatore Bradford nel 1676, però, oltre a ringraziare Dio per quanto ricevuto, decisero di festeggiare anche la vittoria sugli indigeni “pagani”, i padri e i nonni di quelle persone dai cui suggerimenti era dipesa, cinquanta anni prima, la sopravvivenza stessa dei padri pellegrini. In seguito la festa del ringraziamento si allargò a tutte le colonie americane. Dal 1789 il primo presidente americano, George Washington, decise di fissare la festa per tutti gli Stati.
Il tacchino graziato dal presidente
Alla vigilia della festa il presidente Barack Obama ha “graziato”, durante la tradizionale cerimonia alla Casa Bianca, il fortunato tacchino che non finirà in tavola. In realtà i tacchini salvati sono due, Abe e Honest, perchè Obama ha introdotto la novità di graziare anche il volatile “di riserva”, sebbene il podio sia riservato solo al vincitore, scelto via Twitter dagli americani.
Il presidente era accompagnato dalle figlie, Malia e Sasha: “Voglio ringraziare le mie figlie per la loro presenza. Lo fanno solo perché sanno che mi fa piacere e non perché ritengano che sia qualcosa che io debba effettivamente fare”, ha detto il presidente, ammettendo che la cerimonia sia un po’ ridicola. Per Obama si tratta del penultimo Giorno del ringraziamento alla Casa Bianca. “Non posso credere che sia la settima volta – ha detto – il tempo vola”. L’America è il Paese “delle seconde chance e questo tacchino si è guadagnato la sua”.