Hillary fa il pieno di soldi
Avere tanti soldi è importante, ma non è sufficiente a conquistare la Casa Bianca. Certo, può aiutare a fare una buona campagna elettorale, sia per attaccare gli avversari che per difendersi, sia per far arrivare il proprio messaggio al maggior numero possibile di elettori. Per questo la caccia ai fondi (fundraising) è una delle attività più importanti per un candidato.
Hillary Clinton se la cava bene con i soldi. Ha chiuso il 2015 rastrellando, nel rush finale, ben 55 milioni di dollari, portando a 112 milioni le risorse accumulate sino ad ora. Davvero un bel gruzzolo. L’obiettivo dei 100 milioni di dollari entro la fine dell’anno è stato centrato e superato. Dei 55 milioni raccolti nell’ultimo spicchio dell’anno, 33 milioni sono destinati alla campagna per le primarie, la parte restante, invece, andrà a formare il “bottino di guerra” necessario ad affrontare la campagna presidenziale, nel caso di vittoria delle primarie. La campagna elettorale vera e propria, che inizierà d’estate, dopo le convention dei due partiti.
Raccogliere fondi è importante anche per il segnale che si manda agli elettori (e agli avversari). Un candidato forte e credibile non ha problemi a raccogliere denaro. E più ne raccoglie più dimostra la propria forza. Donald Trump, che da mesi è saldamente in testa in tutti sondaggi tra i repubblicani, qualche giorno fa ha fatto sapere di essere pronto a spendere almeno 2 milioni di dollari a settimana per pagare gli spot in tv in Iowa e New Hampshire, i primi due Stati dove si voterà. Anche se il suo margine di vantaggio è ancora molto grande, il tycoon non può permettersi di farsi rimontare. E farà di tutto per evitarlo.