Trump_MississippiDonald Trump torna ad alzare il livello dello scontro politico. Lo fa parlando a Biloxi, in Mississippi. Parte dall’analisi delle violenze scoppiate all’ambasciata saudita di Teheran, presa d’assalto da un gruppo di manifestanti dopo che l’Arabia saudita ha giustiziato 47 persone, tra cui l’imam sciita Nimr al Nimr. Per Trump quello che sta accadendo è abbastanza evidente: “A Teheran stanno bruciando l’ambasciata saudita, lo vedete? L’Iran vuole conquistare l’Arabia saudita perché vuole il suo petrolio. L’ha sempre voluto”. E rivendica di averlo detto da tempo. Sottolinea poi di essere stato tra i primi a dire che era necessario bombardare le risorse petrolifere dell’Isis. E prende di mira chi lo accusava dicendogli che “non si può fare, è un paese sovrano”. Il “lassismo” dell’amministrazione Obama, invece, ha permesso al gruppo terroristico di prosperare. L’affondo più duro, però, lo riserva a Hillary Clinton e Barack Obama: “Hanno creato l’Is. Hillary Clinton ha creato l’Isis con Obama”. Il candidato repubblicano ha poi accusato i due democratici e l’ex presidente americano George W. Bush dei disordini in Medio Oriente, riferendosi in particolare alla decisione del 43° presidente Usa di invadere l’Iraq nel 2003.

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L’offensiva di Trump si dirige anche contro Jeb Bush. In una serie di tweet Trump parla dell’ex governatore della Florida come di “un caso triste” che crea “totale imbarazzo a lui e alla sua famiglia”. Il riferimento è alle iniziali velleità di Bush di essere il frontrunner indiscusso dei candidati repubblicani alla Casa Bianca, ma dopo mesi di campagna elettorale è relegato alla marginalità nei sondaggi. Trump lo prende in giro anche perché Jeb ha annunciato che continuerà a spendere soldi per alcuni spot contro di lui. Poi, sempre su Twitter, torna ada attaccare l’ex first lady ed ex segretaria di stato: “Hillary Clinton ha detto ok a bandire i musulmani da Israele attraverso un muro, ma non è favorevole a fare lo stesso negli Stati Uniti. Dobbiamo essere vigili!”.

 

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