Trump, Cruz e Rubio a Las Vegas
Nella lunga corsa per la Casa Bianca oggi sono chiamati al voto i repubblicani del Nevada, tre milioni di abitanti. Nella fattispecie si tratta di caucus, particolarmente interessanti perché quasi il 40% dei cittadini che gravitano intorno a Las Vegas appartiene alla minoranza dei “latinos“. I democratici hanno già votato, con Hillary Clinton che si è imposta su Sanders con uno scarto di circa 5 punti. Vedremo ora chi sarà a prevalere tra i repubblicani. Il Nevada è considerato uno “stato in bilico” (swing state), con un governo a guida Gop ma una maggioranza di elettori registrati al partito democratico. Il risultato, dunque, è tuttaltro che scontato.
Donald Trump è ancora l’uomo da battere: tutti i sondaggi e lo danno in testa. Il più recente (Gravis) lo accredita al 39% mentre Ted Cruz insegue al 23% e Marco Rubio è terzo al 19%. Resta da vedere se, e in che misura, le dure prese di posizione anti immigrati danneggeranno Trump. E quali conseguenze avrà l’abbandono della corsa da parte di Jeb Bush, particolare non secondario visto che in Nevada l’ex governatore della Florida aveva ricevuto il sostegno dei leader ispanici repubblicani. A chi andranno ora questi voti? Secondo il Washington Post la maggior parte degli elettori di Bush sarebbe orientata verso John Kasich, mentre i sostenitori di Carson (che non si è ancora ritirato ma è molto basso nei sondaggi) sarebbero propensi a sostenere Marco Rubio. Una cosa è certa: se Trump dovesse vincere ancora arriverebbe al Super Tuesday (1° marzo) con un fortissimo slancio.
Non si prevedono grandi sorprese in Nevada: le uniche incognite sono quelle sulla portata della vittoria di Trump e l’esito del duello tra Rubio e Cruz per un secondo posto che potrebbe essere un importante trampolino di lancio in vista del Super Tuesday, quando la prossima settimana i repubblicani voteranno in ben 11 stati. I sondaggi dell’ultima ora danno il miliardario solidamente in testa con il 40-45% dei voti, oltre 20 punti più dei due senatori, praticamente alla pari (Rubio al 19% e Cruz al 17% secondo la Cnn).
Nello Stato dei casinò e degli alberghi di lusso Trump è come se giocasse in casa: “Questo è uno stato perfetto per Trump, essere un miliardario che ama lusso con legami nel mondo dei casinò è una cosa positiva”, ha detto un repubblicano del Nevada. Anche Rubio, però, può rivendicare legami abbastanza forti con lo Stato dove ha vissuto sei anni da bambino, un periodo in cui la sua famiglia è stata mormone. Proprio per questo il senatore della Florida ha cercato di ottenere il sostegno dei membri della chiesa mormone, che in Nevada costituiscono un consistente gruppo all’interno dell’elettorato repubblicano.
Trump contro un manifestante: “Gli darei un pugno”
Durante un comizio, alla vigilia dei caucus in Nevada, Trump ha detto che avrebbe voluto prendere a pugni un manifestante che protestava. E ha dato del “malato” al suo avversario Ted Cruz. “Le guardie sono state gentili con lui, ma io lo prenderei a pugni in faccia”, ha detto rivolgendosi alla folla mentre un uomo che aveva espresso il proprio dissenso veniva portato verso l’uscita. E ricordando “i vecchi tempi” ha detto che una volta le persone così venivano portate via di forza. Durante il comizio, Trump ha anche attaccato nuovamente lo sfidante Cruz definendolo malato. “C’è qualcosa di sbagliato in quest’uomo – ha incalzato, mettendo in dubbio anche la sua fede religiosa -. In una mano tiene la Bibbia e allo stesso tempo mente”.