REX DONALD TRUMP CAMPAIGN RALLY LAS VEGASDopo la terza vittoria consecutiva qualcuno pensa che Donald Trump abbia già in tasca la nomination. Vediamo se è davvero così. Trump ha 82 delegati, per poter correre come candidato alla Casa Bianca per il partito repubblicano deve raggiungere quota 1.237. Cruz e Rubio seguono rispettivamente con 17 e 16 delegati.

Come già abbiamo scritto altre volte il Super Tuesday potrebbe essere decisivo: nelle primarie del 1° marzo, infatti, si assegneranno ben 595 delegati (il 24% del totale). Il 1° marzo scopriremo se ci può essere qualcuno in grado di sconfiggere Trump. Le alternative possibili sono due: Marco Rubio e Ted Cruz. Per loro il Super Tuesday è l’ultima chiamata. Non in termini numerici ma di credibilità. Devono convincere gli elettori, ma in questa fase soprattutto i finanziatori, di essere abbastanza forti per fermare la corsa del miliardario di New York, sostenuto da un’ondata di rabbia non solo contro Obama ma anche (e forse di più) contro l’establishment repubblicano.

Secondo Politico, Charles e David Koch, i fratelli miliardari che da anni finanziano la destra americana, al momento non hanno ancora deciso se buttarsi nella mischia per contrastare o meno Trump (e alla fine potrebbero anche decidere di lasciar perdere).

Anche Karl Rove, l’ex super consigliere di George W. Bush, diventato uno degli strateghi più influenti dei repubblicani con il suo Super Pac (American Crossroads), al momento sembra voler restare a bordo campo. Per quale  motivo? In molti ambienti repubblicani c’è una sorta di rassegnazione: il treno di Trump viene visto come inarrestabile. Ma è davvero così? Dopo il 1° marzo ne sapremo sicuramente di più. Di certo l’establishment del Gop non demorde e le sta provando tutte per spingere in alto Rubio, considerato il più presentabile e moderato. Qualità, quest’ultima, non secondaria, perché un conto sono le primarie, altra cosa le presidenziali. Per vincere servono anche i voti degli elettori meno esagitati oltre a quelli degli indecisi.