Ted Cruz, Jeb BushJeb Bush si schiera con Ted Cruz per la corsa alla Casa Bianca. L’ex governatore della Florida ha ufficializzato il proprio endorsement al senatore del Texas: “Per la salvezza del nostro partito – ha detto – dobbiamo superare la volgarità che Donald Trump ha portato nell’area politica”. Un sostegno tuttaltro che scontato, visto che Bush rappresenta l’ala moderata del Grand Old Party, mentre Ted Cruz, paladino dei Tea Party, ha sempre incarnato l’anima più conservatrice del partito. Ma a mali estremi, estremi rimedi. Se l’obiettivo (comune) è fermare Trump, si può mandare giù l’amaro calice.  “Ted è un conservatore di sostanza e di principi – ha detto Bush – che ha dimostrato l’abilità nell’attrarre elettori e vincere primarie, tra cui quella di ieri nel caucus dello Utah. I Repubblicani possono riconquistare la Casa Bianca”, ha assicurato l’ex governatore della Florida, se sosterranno “un candidato che può unire il partito” contro “le divisioni e la volgarità che Donald Trump ha portato nell’arena politica”. Il mese scorso aveva sorpreso l’endorsement a Trump di Chris Christie, altro candidato “moderato” del Gop. Marco Rubio aveva sperato di ricevere il sostegno di Bush, ma questi si è sentito tradito dal suo ex “delfino” (i due si sono spesso punzecchiati nelle fasi iniziali della campagna elettorale) e non ha aperto bocca prima del voto decisivo in Florida, che ha sancito la definitiva uscita di scena del senatore di origini cubane.

Forte del sostegno ricevuto Cruz ha mostrato i muscoli: “Posso battere Hillary Clinton”. Ed ha subito tenuto a far sapere che Bush potrebbe avere un posto nella sua squadra alla Casa Bianca: “Sarebbe un’importante aggiunta all’amministrazione”. Un segnale, questo, che certi interessi sarebbero garantiti.

L’endorsement di Bush arriva dopo che Cruz ha vinto 40 delegati ieri nei caucus in Utah, arrivando a 465 delegati contro i 739 di Trump (leggi l’articolo). Il “magic number” che garantisce la nomination è 1237.

 

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