I fratelli Koch contro Trump
Dei fratelli Koch (Charles e David) ci siamo già occupati in altre occasioni. Con forti interessi nel settore petrolchimico – hanno un fatturato pari a circa 106 miliardi di dollari – da anni finanziano le battaglie del Partito repubblicano, ben attenti a sostenere i candidati a loro più vicini (negli ultimi anni quelli vicini ai Tea Party). Non possono vedere Trump. E qualcuno ha già scritto che, in questa tornata elettorale, probabilmente sarebbero rimasti alla finestra, pur di non appoggiarlo. Ora, però, si fa strada un’altra ipotesi. I fratelli Koch, come scrive l’Huffington Post, potrebbero appoggiare Paul Ryan, lo speaker della Camera, nel caso in cui Trump dovesse arrivare alla convention repubblicana senza i delegati necessari per ottenere la nomination. Non per uno scarto di poche unità, ma nel caso in cui gli dovessero mancare almeno 100 delegati. L’Huffington Post cita fonti vicine ai fratelli Koch. I due miliardari, dunque, si impegnerebbero a far passare Ryan, che loro apprezzano molto per l’agenda politica proposta come speaker. Ryan sino ad ora ha sempre respinto questa ipotesi.
Lo ha fatto anche pubblicamente. Ovviamente se il partito, unito, lo chiamasse in causa, sarebbe difficile per lui dire di no. Anche se a quel punto sarebbe inevitabile una candidatura autonoma di Trump, come indipendente. Con la vittoria, a quel punto quasi certa, di Hillary Clinton.