Usa, ricordate Kenneth Starr?
Ai più giovani il nome Kenneth Starr non dirà nulla, anche se ormai è facilissimo, andando su Google, scoprire chi è. Stiamo parlando del procuratore speciale che nel 1998 diede del filo da torcere all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, muovendo nei suoi confronti ben 11 capi di accusa legati al Sexgate: cinque per spergiuro, altrettanti per ostruzione alla giustizia e uno per aver infranto i suoi doveri costituzionali. La storia si concluse con un umiliante impeachement votato alla Camera, dal quale Clinton uscì poi vittorioso al Senato.
Oggi Kenneth Starr sostiene che Clinton è stato “il politico migliore della generazione dei baby boomers”, quello “con più genuina empatia per i cittadini, davvero capace di sentire i dolori degli altri esseri umani”. Intervenuto ad una conferenza a Filadelfia sul libro “I presidenti e la costituzione: una storia vivente” Starr, pur non facendo nomi, si è detto preoccupato per “l’emergere di un populismo radicale e di una rabbia profonda” nella campagna elettorale. E si è detto dispiaciuto per il fatto che degli anni della presidenza Clinton si parli solo per ricordare “le sgradevolezze” (lo scandalo Lewinsky su cui lui cercò di fare luce). Starr ha inoltre sottolineato “il grande lavoro filantropico compiuto da Bill Clinton dopo la presidenza”, con la fondazione che porta il suo nome.
Di recente si è tornati a parlare del Sexgate dopo le accuse, mosse da Donald Trump a Hillary, di aver “coperto” suo marito. Da ultimo il tycoon ha pubblicato su Instagram un video incendiario in cui si sentono le voci di due donne che accusano l’ex presidente di aggressione sessuale.