La vendetta di Trump
Non lo amano. E lui non li ama. La battaglia tra l’establishment del Partito repubblicano e Donald Trump è sempre più cruenta. Al punto che Trump, ormai stufo delle continue punzecchiature ricevute, decide di passare al contrattacco. Ecco come: niente sostegno allo speaker della Camera, Paul Ryan (l’8 novembre oltre alle presidenziali si rinnova tutta la Camera ed un terzo del Senato) e neanche al senatore John McCain, due “pezzi da novanta” del partito dell’elefante, entrambi impegnati nella campagna elettorale per le rispettive elezioni. Le parole di Trump suonano come una “sfida”, ma c’era da aspettarselo dopo le dure presde di posizione espresse dai due contro Trump, in merito alla polemica sul capitano americano Humayum Khan, musulmano, ucciso in Iraq nel 2004.
Trump ha dichiarato al Washington Post che non sosterrà Ryan, impegnato nelle primarie in Wisconsin giovedì, e McCain, stesso impegno (primarie) in Arizona nelle prossime settimane. C’è da dire che entrambi avevano dato l’endorsement a Trump solo in extremis, e sono sempre rimasti freddi nei suoi confronti. Non solo, più di una volta lo hanno criticato. Durissimo, negli ultimi giorni, il botta-e-risposta con i genitori del capitano Khan.
Trump ha lodato Paul Nehlen, rivale di Ryan, per aver condotto “una campagna molto buona”, e poi parlando di Ryan ha aggiunto: “Mi piace Paul, ma è un momento terribile per il Paese. Abbiamo bisogno di una leadership molto forte. E non sono sicuro che non sia sufficiente tosto. Non sono sicuro affatto”. Parole molto simili a quelle usate, a maggio, dallo stesso Ryan, quando gli avevano chiesto se era pronto a sostenere la candidatura di Trump: “Non ce la faccio proprio“. La vendetta, dunque, è servita.
Intanto, dopo che Richard L. Hanna (membro della Camera) ha pubblicamente dichiarato che voterà per Hillary Clinton. Anche l’amministratrice delegata di Hewlett Packard (HP), Meg Whitman, nota sostenitrice del partito repubblicano, ha annunciato il proprio appoggio alla Clinton, cui destinerà una “considerevole” donazione: “In qualità di orgogliosa repubblicana, il mio voto alle presidenziali è sempre stato semplice. Ma quest’anno è diverso. Votare repubblicano per lealtà non significa appoggiare un candidato che credo abbia sfruttato la rabbia, la xenofobia e la divisione razziale”.