Il credo liberale americano
“Non si può arrivare alla prosperità, scoraggiando l’impresa.
Non si può rafforzare il debole, indebolendo il forte.
Non si può aiutare chi è piccolo, abbattendo chi è grande.
Non si può aiutare il povero, distruggendo il ricco.
Non si possono aumentare le paghe, rovinando i datori di lavoro.
Non si può progredire serenamente spendendo più del guadagno.
Non si può promuovere la fratellanza umana predicando l’odio di classe.
Non si può instaurare la sicurezza sociale adoperando denaro imprestato.
Non si può formare carattere e coraggio togliendo iniziativa e sicurezza.
Non si può aiutare continuamente la gente facendo in sua vece quello che potrebbe e dovrebbe fare da sola”.
Questo bellissimo testo, noto come il “credo liberale” (o “decalogo degli uomini liberi”) erroneamente è stato attribuito al presidente Abraham Lincoln. L’autore però è il reverendo William John Henry Boetcker, nato in Germania e trasferitosi già adulto negli Stati Uniti, dove fu ordinato pastore della chiesa presbiteriana. Abilissimo oratore, fieramente conservatore, divenne famoso per un pamphlet intitolato “The Ten Cannots”, che enfatizzava la libertà e la responsabilità individuale. Il testo, pubblicato nel 1916, più di una volta è stato ritenuto opera di Lincoln. Nello scrivere il suo celebre decalogo Boetcker probabilmente si ispirò anche a Lincoln, in particolare ad un discorso che il presidente aveva tenuto il 21 marzo 1864 al New York Workingmen’s Democratic Republican Association.
L’errore di attribuire il “credo liberale” a Lincoln fu fatto la prima nel 1942, in un volantino stampato dal National Committee to Uphold Constitutional Government, che si opponeva alla politica di Franklyn D. Roosvelt. Il testo, intitolato “Lincoln on Limitation”, riportava alcune citazioni del presidente su un lato, e il decalogo di Boetcker sul retro del foglio. Alcuni foglietti attribuivano la paternità dei dieci punti al reverendo, altri no. E da qui nacque l’errore. Propagatosi poi nei decenni. Anche Ronald Reagan vi inciampò, in un messaggio alla convention repubblicana nel 1992. E, più di recente, lo stesso errore ha fatto il governatore dell’Ohio John Kasich, candidato alle primarie repubblicane che hanno visto trionfare Trump.
In Italia cadde nello stesso errore Marco Pannella, che nel dicembre 1999 acquistò una pagina del Foglio per dedicare il “credo liberale” ai politici italiani.