Trump e MuellerDonald Trump esulta. “No collusione né ostruzione, assoluzione completa e totale”. È felice, il presidente, nel suo consueto e torrenziale sfogo via Twitter, poco dopo che il ministro della Giustizia Usa, William Barr, ha consegnato al Congresso le conclusioni del rapporto del procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller. Vi si legge che Trump non ha vinto grazie ai russi: non sono state trovate prove di cospirazione (con Mosca) a carico di Trump e del suo staff per interferire nelle elezioni del 2016, e nemmeno prove per incriminare il presidente per ostruzione della giustizia. La lettera di Barr, che riassume due anni di indagini, conferma che il procuratore non chiederà nuove incriminazioni. Rudolph Giuliani, legale di Trump, è (ovviamente) molto soddisfatto: “Il rapporto del procuratore speciale per il Russiagate è migliore di quanto mi aspettassi”. Lo sono decisamente meno i democratici, che non hanno preso bene la notizia: buona parte di loro resta convinta che l’inchiesta non scagioni Trump, chiedono di rendere pubblico l’intero rapporto e, al contempo, accusano il ministro della Giustizia di non essere neutrale. “Il procuratore speciale non ha scagionato il presidente”, afferma David Cicilline, deputato democratico membro della commissione Giustizia della Camera. “In effetti – spiega Cicilline – nella lettera inviata il ministro parla di indicazioni evidenti che il presidente si è impegnato a ostacolare la giustizia. Il ministro deve rendere queste prove disponibili al Congresso immediatamente, insieme all’intero rapporto di Mueller, in modo che possiamo decidere quali passi prendere”.

Ecco cosa dice la lettera di Barr

1) L’inchiesta sul Ruassiagate non ha trovato prove che i membri della campagna di Trump abbiano cospirato o si siano coordinati con il governo russo nelle loro attività di interferenza elettorale
2) “Se il rapporto non conclude che il presidente abbia commesso un reato, neanche lo esonera – si legge – ma il governo dovrebbe dimostrarlo oltre ogni ragionevole dubbio”. Ma cosa vuol dire questa frase? Formula per certi versi pilatesca: non incrimina ma neanche assolve del tutto Trump.
3) Sulla divulgazione del rapporto il procuratore generale, William Barr, ricorda che secondo i regolamenti il suo lavoro deve essere contenuto in un rapporto confidenziale al ministro della Giustizia. “Devo identificare qualsiasi informazione che possa interessare altre questioni in corso, comprese quelle che il procuratore speciale ha inviato ad altri uffici. Non appena tale processo sarà completato, potrò muovermi rapidamente per determinare cosa può essere rivelato”.
4) Non ci saranno altre incriminazioni. “Il rapporto non raccomanda nessun altro procedimento giudiziario e il procuratore speciale non ha ottenuto nuove accuse… che devono ancora essere rese pubbliche”.
5) Sulle presunte interferenze russe nel 2016 il rapporto conferma “da parte di Mosca due sforzi principali di interferire”. Il primo si riferisce alle attività dell’Internet research agency russa per condurre “operazioni di disinformazione e reti sociali negli Usa” al fine di “seminare discordia sociale e interferire nelle elezioni”. Il secondo nella misura in cui “il governo russo ha hackerato i computer e ottenuto email da persone affiliate alla campagna di Clinton e alle organizzazioni del Partito Democratico e ha diffuso tali materiali attraverso vari intermediari, tra cui WikiLeaks”. Tra gli imputati ci sono 26 cittadini russi, che quasi sicuramente non saranno mai giudicati negli Usa perché i due Paesi non hanno un trattato bilaterale di estradizione. Nonostante questo secondo Barr il rapporto non ha rilevato alcuna collusione.
6) Barr osserva che il procuratore speciale Mueller “ha emesso più di 2.800 citazioni, eseguito quasi 500 mandati di perquisizione, ottenuto più di 230 richieste di documenti di comunicazione, ottenuto quasi 50 registrazioni di comunicazioni telefoniche, fatto tredici richieste a governi stranieri e ha intervistato circa 500 testimoni”. Insomma, nel suo lavoro è andato a fondo. Ma alla fine nulla di compromettente è emerso nei confronti di Trump e del suo entourage.

 

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