Campanelli d’allarme per Trump: Kentucky e Virginia
Non l’ha presa bene Trump. I Democratici hanno vinto in Kentucky e Virginia (legislative), mentre i Repubblicani sono riusciti a mantenere il potere in Mississippi. Nel Kentucky, stato storicamente conservatore, alle ultime presidenziali Trump aveva distanziato Hillary Clinton di 30 punti. Il governatore uscente, il repubblicano Matt Bevin (48,8%), è stato battuto dal procuratore generale dello Stato, il democratico Andy Beshear (nella foto) con uno scarto di circa 5mila voti: si è imposto con il 49,2%. Decisiva la forte affluenza nei centri più importanti (nelle contee di Jefferson, Franklin, Fayette).
Non è bastato il comizio in extremis tenuto dal presidente (foto sotto), che lunedì sera è andato sul posto per cercare di rivitalizzare l’elettorato: “Se perdete sarà un messaggio davvero negativo. Non potete lasciare che succeda questo”. Ma più che Trump a perdere è stato Bevin, punito perché poco popolare e, forse, anche per le sue politiche molto rigide sulla sanità. Pesante, per i Repubblicani, i risultati della Virginia, dove si votava per le assemblee statali e il Gop ha perso il controllo di entrambe le camere del Parlamento. Ora i Democratici controllano tutte le istituzioni principali, riportando le lancette indietro agli anni ’90.
Trump si consola con il Mississippi, e fa i complimenti al governatore repubblicano Tate Reeves (52,3%), che ha sconfitto il democratico Jim Hood (46,5%). Lo scarto tra i due è stato di quasi 50mila voti. Il presidente ha voluto ricordare che il suo sostegno è stato cruciale: “Congratulazioni a Tate Reeves per avere vinto come governatore del grande Stato del Mississippi – ha scritto su Twitter -. Il nostro grande comizio di venerdì sera ha spostato i numeri da un testa a testa a una grande vittoria. Grande reazione sotto pressione Tate!”.
Ancora lontani dall’aver individuato chi sarà lo sfidante di Trump (le primarie iniziano a gennaio) e incerti sul reale peso che l’impeachment potrà avere sul voto, i Democratici scoprono che la battaglia è aperta e la Casa Bianca è contendibile, nonostante gli ottimi risultati economici che può vantare il presidente. Tom Perez, presidente del Comitato nazionale democratico, ha mandato un messaggio chiaro agli elettori dell’Asinello: “Questa storica vittoria dovrebbe mandare un brivido nella schiena a Donald Trump e a ogni repubblicano”.
Primo referendum su Trump?
Sarà il primo “referendum su Trump”, aveva detto poco prima del voto il vice presidente Mike Pence. In Virginia due temi hanno tenuto banco in campagna elettorale: il controllo delle armi e l’aborto. È ancora vivo lo choc per la strage del 31 maggio, a Virginia Beach, con 12 persone rimaste uccise in un edificio pubblico. Il governatore democratico Ralph Northam aveva convocato un’assemblea straordinaria per discutere nuove misure sul controllo delle armi, ma i repubblicani, che avevano la maggioranza, bloccarono tutto. Ora potrebbe cambiare le cose. Tema dell’aborto: mentre in molti stati, dalla Louisiana all’Alabama, si sono approvate leggi che hanno messo al bando l’interruzione di gravidanza, anche in caso di stupro e incesto (Alabama), in Virginia si va verso la direzione contraria. I democratici hanno proposto una serie di misure per facilitare il ricorso all’aborto.
Dal dito medio all’elezione
In Virginia è stata eletta Juli Briskman, la donna che divenne famosa nell’ottobre 2017, per una foto che la ritraeva in bici, con il dito medio alzato all’indirizzo del corteo di auto in cui stava passando Trump, in visita in Virginia. Quella foto, divenuta virale, le costò il posto di lavoro come contractor del governo. Ora Briskman si prende la rivincita: è stata eletta supervisore della contea di Loudoun (Virginia), battendo la rivale repubblicana Suzanne M. Volpe.