Le primarie e il coronavirus. Duello tra i colletti blu del Michigan
Prosegue la maratona delle primarie democratiche. Stavolta si vota in Michigan, Missouri, Mississippi, Idaho, North Dakota e Washington. Complessivamente si assegnano 352 delegati. Biden si gode il momento favorevole, dopo la buona affermazione nel Super Tuesday, e spera di proseguire con il vento in poppa, forte del consenso, pressoché unanime, del partito dell’asinello. Sanders, per contro, spera di rimanere in corsa e di continuare la corsa evitando che si allarghi troppo il distacco con l’ex vicepresidente. “I democratici hanno bisogno di un candidato che comprenda che il modo per battere Trump sia l’unità”, ha detto l’ex segretario di Stato (ed ex candidato alla Casa Bianca) John Kerry.
Sanders si gioca (quasi) oggi il tutto per tutto in Michigan, che assegna 125 delegati ed è considerato uno stato chiave. In questo stato industriale il senatore del Vermont nel 2016 rifilò una sberla tremenda a Hillary Clinton, che dava per scontata la vittoria. E pochi mesi dopo anche Trump sconfisse Hillary, facendo breccia nel voto operaio, i cosiddetti “blue collar“, che nelle primarie avevano preferito Sanders. “Il Michigan è molto, molto importante – ha detto Sanders qualche giorno fa – l’ultima volta, nel 2016, mi era stato detto ‘è impossibile’, non puoi vincere in Michigan, ed il giorno prima delle elezioni ero indietro di 20 punti”.
Il coronavirus contagerà anche le primarie? Con le raccomandazioni ad evitare “contatti ravvicinati” e il timore che il virus possa essere trasmesso anche dalle superfici, molti elettori potrebbero preferire restarsene a casa ed evitare di toccare il materiale elettorale toccato da decine di altre persone. Ma c’è anche chi invita alla calma dicendo che non vi sono rischi. Precisando che in tutti i seggi vi saranno prodotti per disinfettare e che verrà fatta rispettare la distanza di sicurezza tra gli elettori.
Foto: Cnbc.com