Usa, occhio ai sondaggi…
Riparte la rumba dei sondaggi in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Il New York Times ne pubblica uno del Siena College da cui risulta che Joe Biden è in testa di 14 punti su Trump: l’ex vicepresidente sarebbe al 50% dei consensi contro il 36% dell’attuale presidente repubblicano. Biden sarebbe in vantaggio soprattutto tra le donne e l’elettorato afroamericano e ispanico. Ma, al contempo, starebbe rosicchiando voti anche in alcuni ambienti repubblicani, critici con Trump per la gestione dell’emergenza coronavirus.
Il dato non impressiona più di tanto. I sondaggi, si sa, lasciano il tempo che trovano, specie quelli a livello nazionale. A contare, infatti, sono i voti stato per stato, perché è in ciascuno di essi che si vince o si perde, portando a casa, o meno, i delegati assegnati. Quindi, se proprio vogliamo restare ai sondaggi (facendo finta di non ricordare quelli che nel 2016 assegnavano una facile vittoria a Hillary Clinton), hanno sicuramente più importanza quelli locali. Se ne possono trovare diversi su RealClearPolitics.com. Ad esempio nel Wisconsin Biden sarebbe in testa (47,7% contro il 42,3%), così come in Florida (50,5% – 44,3%) e in Pennsylvanya (49,3% – 43,7%), mentre in North Carolina siamo in parità (45,2% – 45,8%).
Tornando al sondaggio del New York Times: l’unico campo in cui il presidente è giudicata positivamente è l’economia: il 50% degli intervistati ha un’opinione favorevole dell’operato economico di Trump, mentre il 45% ha un’opinione negativa. Questa granitica certezza potrebbe vacillare nel caso in cui il problema coronavirus dovesse riproporsi più avanti. Insomma, la paura per la pandemia è ancora molto diffusa e la maggioranza degli elettori, con uno scarto di 21 punti, ritiene sbagliata la posizione di Trump a favore di una riapertura completa dell’economia il prima possibile, sostenendo che la priorità delle autorità federali debba essere il contenimento del virus. I dati sui contagi potrebbero condizionare molto, in queste settimane, il giudizio degli elettori. Intanto si apprende che la Maratona di New York, in programma come ogni anno a novembre, è stata annullata. Quest’anno la grande manifestazione sportiva, aperta ad atleti professionisti e amatori, avrebbe celebrato il suo 50° anniversario. Ma gli esperti di salute pubblica hanno detto che l’evento sarebbe stato troppo rischioso. Se ne riparlerà nel 2021.
Dopo le polemiche sul libro di Bolton, un altro volume irrompe sulla campagna elettorale. È quello di Mary Trump, la figlia di Fred Trump Jr., fratello maggiore del presidente (morto nel 1981). Robert Trump, fratello di Donald, ha fatto ricorso a un giudice del tribunale di New York City per impedire la pubblicazione di “Troppo e mai abbastanza: come la mia famiglia ha creato l’uomo più pericoloso del mondo”. Robert Trump sostiene che la pubblicazione del libro sia vietata da un accordo raggiunto nel 2001. L’avvocato di Mary, Theodore Boutrous Jr, ribatte sottolineando che “il presidente Trump e i suoi fratelli stanno cercando di censurare un libro che tratta di questioni di massima importanza pubblica” e sono ricorsi al tribunale perché “non vogliono che il popolo americano conosca la verità”.