È uno dei simboli più conosciuti al mondo, emblema del potere economico e punto di contatto tra la cultura americana e quella del vecchio continente: il dollaro, infatti, già nel Seicento era diffuso in Europa. Era una moneta, il Joachimsthaler, coniata da un conte boemo (Hieronymus Schlick). Il thaler, così come veniva chiamato, si era diffuso molto attraversando paesi e lingue diverse, arrivando in Inghilterra come “dollar“.

Quando il Congresso degli Stati Uniti decisero di coniare una moneta la spinta forte fu quella di non utilizzare termini che ricordassero l’odiata dominazione britannica. I banchieri non erano d’accordo sul recidere questo legame, ma prevalse lo spirito di indipendenza suggerito da Thomas Jefferson e altri padri fondatori. Bisogna anche ricordare un particolare importante: nelle ex colonie britanniche esistevano diverse valute chiamate dollaro (c’era quello spagnolo, ad esempio, ma anche quello olandese), così sembrò cosa buona e giusta utilizzare questo nome per la nuova valuta, optando per il latino per quanto riguardava i centesimi e i decimi.

Con il Coinage Act del 1792 il Congresso americano battezzò la nascita della nuova moneta, fissando persino il cambio: il dollaro americano avrebbe avuto lo stesso valore del peso messicano, con un preciso quantitativo di argento, 26 grammi circa. Fu stabilito prendendo in considerazione l’argento contenuto nei dollari spagnoli che circolavano sul territorio americano, per evitare che vi potessero essere monete considerate meno importanti. A volere questa misurazione delle monete circolanti fu Alexander Hamilton, all’epoca ministro del Tesoro.

Ci vollero diversi decenni prima che arrivasse la prima banconota, messa in circolazione, la prima volta, nel 1862, ovviamente nel formato di un dollaro. Contrariamente a quanto si possa pensare non vi era raffigurato il primo presidente, George Washington, bensì Salmon P. Chase, che ricopriva l’incarico di ministro del Tesoro. L’immagine di Washington comparve nel 1869.

Nel 1929, anno funesto per l’economia americana, vi fu una riforma sulle banconote. Furono fissate le nuove misure (più piccole, valide ancora oggi) e si decisero tagli e caratteristiche, scegliendo anche le figure più rappresentative che sarebbero state riprodotte: Washington rimase sulla banconota da un dollaro: Thomas Jefferson su quella da due, Abraham Lincoln 5 dollari, Alexander Hamilton (dieci), Andrew Jackson (venti), Ulysses S. Grant (50), Benjamin Franklin (100). In realtà in circolazione finirono anche banconote di taglio maggiore (da 500 a 100mila dollari), ma più avanti, nel 1969, si decise di eliminare questi tagli, lasciando quella più grossa a cento dollari. Le vecchie super banconote divennero, così, un articolo importante per i collezionisti.

I simboli della banconota da un dollaro

Ci sono tanti simboli (e tanta dietrologia) raffigurati sulla banconota da un dollaro, quella con George Washington. Sul retro prima di tutto notiamo la famosa “piramide incompleta”, con tredici scalini, sormontata dall’occhio della Provvidenza (l’occhio che vede tutto), contenuto a sua volta in una piramide. Sembrerebbe l’occhio di Horus (figlio di Iside e Osiride), simbolo di protezione nella antica religione egizia. Vi sono poi due locuzioni in latino: “Annuit Coeptis” (Egli (Dio, ndr) guarda con favore alla nostra impresa) e in basso “Novur Ordo Seclorum” (il nuovo ordine dei tempi). Qualcuno l’ha tradotta “Nuovo Ordine Mondiale”, ma in latino la traduzione in questo caso sarebbe Novus Ordo Mundi: al di là della traduzione giusta, o meno, concettualmente è stata spesso associata alla teoria del complotto per il Nuovo Ordine Mondiale (NWO)

Ovviamente c’è l’anno dell’indipendenza americana (1776), scritto in latino alla base della piramide. La parole “One” (uno), ben evidenziata al centro della banconota, vede alla sua destra il sigillo ufficiale (realizzato da William Barton) con l’aquila calva (dall’errata traduzione del termine inglese bald). Alla sinistra di One, invece, il cerchio con la piramide descritta sopra. C’è anche chi scorge un altro simbolo (nascosto) sulla banconota, che verrebbe fuori tracciando  su die essa due triangoli: uno di essi con i vertici che corrispondono all’occhio, gli altri, invece, che toccano le lettere  dei due motti. Unendo questi punti verrebbe fuori la stella di David, simbolo dell’ebraismo. Ma torniamo alle scritte, “Annuit Coeptis” e “Novus Ordo Seclorum”: se tracciamo una linea dalla M di Seclorum alla A di Annuit alla O di Ordo alla S di Coptis e alla N di Novus, verrà fuori la parola “mason” (massone), più altri dettagli simbolici curiosi, in grado di alimentare scenari a dir poco inquietanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B. Molte informazioni utili per la scrittura di questo post sono state tratte dal libro “Americana” Il Saggiatore (2012) e da alcuni articoli consultati online.

 

 

 

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