A pochi giorni dall’inizio delle primarie (si partirà il 15 gennaio con i caucus repubblicani dell’Iowa) arriva una doccia fredda per Donald Trump. Con quattro voti a favore e tre contrari, la Corte Suprema del Colorado vieta agli insurrezionalisti coinvolti nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 di ricoprire cariche pubbliche. In altre parole, niente candidatura per Trump, almeno in Colorado. Si tratterebbe del primo caso, nella storia degli Stati Uniti, di un candidato presidenziale dichiarato ineleggibile in base al 14° emendamento, che esclude dalle cariche pubbliche i funzionari coinvolti in “insurrezioni o rivolte” contro il governo americano.

Quale norma è stata applicata

Tre anni dopo la fine della Guerra Civile, nel 1868, fu adottato il 14° Emendamento, che garantiva la cittadinanza a coloro che erano nati o naturalizzati negli Stati Uniti e i diritti civili a tutti gli americani, compresi quelli che erano stati ridotti in schiavitù. La Sezione 3 dell’emendamento escludeva da incarichi federali le persone che avevano prestato giuramento sulla Costituzione e poi avevano combattuto o preso parte alla vita politica negli Stati secessionisti (lo scopo era impedire agli ex confederati di tornare al potere).

Perché in Colorado?

Un gruppo di elettori (repubblicani e indipendenti) del Colorado alcuni mesi fa ha presentato un esposto per far dichiarare Trump non candidabile, invocando l’applicazione di una disposizione del 14° emendamento. Il processo, discusso nel distretto di Denver, ha stabilito che Trump aveva partecipato all’insurrezione ma rimaneva comunque eleggibile perché la Sezione 3 non si può applicare a coloro che si candidino alla Casa Bianca. Gli elettori che avevano presentato la causa hanno fatto appello e lo stesso ha fatto l’ex presidente, che ha contestato la parte della sentenza in cui si afferma che ha preso parte a un’insurrezione.

Ora che succede

I giudici del Colorado hanno sospeso l’applicazione della sentenza fino al 4 gennaio, per permettere il ricorso alla Corte Suprema. Lo staff di Trump ha già fatto sapere che sarà presentato ricorso federale. La Sezione 3 del 14° Emendamento è soggetta a interpretazione, poiché non viene menzionato espressamente un divieto a candidarsi. In passato hanno affrontato il caso anche la Corte Suprema del Minnesota e una corte d’Appello del Michigan, respingendo la richiesta di escludere Trump dalla corsa delle primarie. È molto probabile che, con una maggioranza nettamente conservatrice (sei contro tre) e tre giudici nominati da Trump, la Corte respingerà la bocciatura del Colorado. Ma non si possono escludere sorprese.

Nei sondaggi Trump continua a volare

Lo stop deciso dalla Corte suprema del Colorado al momento sembra non danneggiare la corsa di Trump verso la nomination repubblicana. Un sondaggio del New York Times e Siena College (realizzato prima della decisione della Corte) rivela che per il 62% dei repubblicani se Trump conquistasse la nomination dovrebbe restare il candidato del Gop anche nel caso in cui venisse in seguito condannato per un reato federale.

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