Ottant’anni fa, il 6 giugno 1944, le truppe alleate (Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia libera) sbarcarono in Normandia. È una data spartiacque perché si aprì il secondo fronte, nel corso della Seconda guerra mondiale, da cui si posero le basi per la sconfitta della Germania nazista. Grazie a quello sforzo enorme, di uomini e di mezzi, il mondo un anno dopo tornò libero.

Oggi a Omaha Beach (Saint-Laurent-sur-Mer) la cerimonia solenne con più di venti capi di Stato e di governo. La commemorazione, aperta al pubblico, è presieduta dal presidente Usa Joe Biden e dal presidente francese Emmanuel Macron. Undici veterani di guerra americani hanno ricevuto la Legion d’Onore.

 

“Noi conosciamo le oscure forze contro le quali questi eroi hanno combattuto 80 anni fa – ha detto Joe Biden -. Non scompaiono mai, l’aggressione, l’avidità, il desiderio di dominare, controllare, cambiare con la forza i confini. Queste sono perenni, e la lotta tra dittatura e libertà non ha fine”. Biden ha collegato la lotta contro i nazisti a quella contro l’invasione russa in Ucraina, “invasa da un tiranno incline alla dominazione. Gli ucraini stanno combattendo con coraggio straordinario, grandi sofferenze e perdite ma non arretreranno mai. Gli Stati Uniti, la Nato ed una coalizione di oltre 50 Paesi sono saldi al fianco dell’Ucraina, non la lasceremo – ha detto ancora – perché se lo faremo, sarà soggiogata, e la cosa non finirebbe, i vicini dell’Ucraina sarebbero minacciati e tutta l’Europa sarebbe minacciata”.

“La democrazia non è garantita, ogni generazione deve preservarla, deve difenderla e lottare per questo. Non è lontano il momento in cui le ultime voci viventi di quelli che hanno combattuto e sanguinato nel D-Day non saranno più con noi e così abbiamo un obbligo speciale. Non possiamo permettere che quello che è successo qui sia perso nel silenzio negli anni a venire. Il fatto che loro siano stati eroi quel giorno qui non ci assolve dal fare quello che dobbiamo fare oggi”.

Biden ha concluso il suo discorso puntando ancora sull’Ucraina: “Stiamo vivendo in un momento in cui la democrazia è più a rischio del mondo dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Nel momento della prova, le forze alleate fecero il loro dovere nel D-Day. Ora la domanda è per noi, nel nostro momento di prova, faremo il nostro dovere?”.

Emmanuel Macron rivolgendosi ai reduci ha sottolineato che “nessun francese dimenticherà mai il vostro sacrificio. Per la libertà, la mia eterna gratitudine agli alleati. Per la libertà, la mia eterna gratitudine agli alleati”.

Queste le parole che Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ha scritto su Telegram: “La celebrazione dello sbarco degli alleati in Normandia ci ricorda il coraggio e la determinazione dimostrati per il bene della libertà e della democrazia. Allora gli alleati difendevano la libertà dell’Europa, gli ucraini difendono la libertà dell’Europa adesso. L’unità vinse allora, la vera unità può vincere anche adesso”.

Le forze in campo

Complessivamente gli Alleati schierarono 156mila uomini nello sbarco in Normandia, soverchiando la Germania che disponeva in quella battaglia di circa 50mila soldati. Moltissimi, com’era inevitabili, i caduti. Gli Alleati ebbero 7844 tra morti, feriti e dispersi sulle spiagge, mentre i morti, feriti e dispersi tra le forze aviotrasportate furono 3799. I tedeschi, invece, ebbero tra i 4mila e i 9mila morti, feriti e dispersi. Fu una vera e propria carneficina, descritta magistralmente nel film “Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg nel 1998.

Foto Wikipedia

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