Il sasso nello stagno l’hanno buttato il Guardian e il New York Times. In un’inchiesta i due giornali svelano l’uso “scorretto” di una mole enorme di dati. Ma perché scriviamo uso scorretto? Sarebbero stati violati i dati personali di 50 milioni di utenti di Facebook, girati alla società di consulenza britannica Cambridge Analityca. Questi dati, secondo le accuse, sarebbero serviti  a tracciare profili di elettori sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito. “Convincere qualcuno a votare un partito non è molto diverso da convincerlo a comprare una certa marca di dentifricio”, avrebbe detto Richard Robinson, uno dei manager dell’azienda. […]