13Set 17
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Più che un territorio, la Russia è una visione del mondo, la corrispondenza formulata da Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev tra geografia fisica e geografia spirituale, la vittoria dell’immensità, della vaghezza e dell’imponenza, Giano bifronte tra un paganesimo dionisiaco e l’ortodossia. La Russia è un mistero custodito nei monasteri e nei deserti notturni, è l’enigma stesso di questa congiunzione, che si riverbera a livello antropologico così come politico-sociale. Da un lato, scriveva Berdjaev, «dispotismo e ipertrofia dello Stato, dall’altro anarchismo e sregolatezza; da una parte crudeltà e inclinazione alla violenza, dall’altra benevolenza e umanità; da una parte individualismo e consapevolezza elevata della […]
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22Ago 17
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Facile fare la morale, difficile crearne una diceva il vecchio Schopenhauer. In effetti, non si è mai parlato così tanto di etica come da quando è scomparsa dai nostri orizzonti quotidiani. Da un lato abbiamo un diffuso immoralismo rampante, fenomeno endemico proprio di un sistema che ha fondato tutto sul profitto, sacrificando al rendimento e alla prestazione individuale ogni altro valore. Dall’altro, invece, anneghiamo in un buonismo e un perbenismo senza pari. I monumenti della nostra epoca sono il self-made-man e il moralizzatore, la predica e l’anatema spregiudicato, il capitalismo più bieco e il “politicamente corretto”. Tutto costruito “intorno a […]
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24Apr 17
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Delle opere di Ernst Jünger ormai il lettore italiano dispone di parecchie edizioni. Del contemplatore solitario sono stati tradotti pressoché tutti i libri. Con qualche eccezione, tuttavia: a parte scritti di occasione, brani di pubblicistica e saggistica, mancano completamente i diari cui affidò le proprie riflessioni tra il 1965 e il 1996 (due anni prima di spegnersi), pubblicati in tedesco negli anni Novanta con il titolo di Siebzig Verweht (Passati i sessanta). In questa monumentale mole di scritti, autentici zibaldoni di pensieri ed esperienze, carteggi e incontri, possiamo seguire in presa diretta la stesura delle sue opere, nonché l’evoluzione del […]
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03Apr 17
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Lo scorso 30 marzo a Milano si è tenuto un convegno, organizzato da Circolo Proudhon e Intellettuale Dissidente, tutto dedicato al populismo, cui hanno partecipato Luca Lezzi, Marcello de Angelis e Marcello Foa. Ne è nato un dibattito che ha utilizzato le idee fondamentali di questo(i) movimento(i) per scandagliare l’attualità politica. Perché, in fin dei conti, al di là di persone e movimenti, ciò che importa nell’analisi politologica è quel che i programmi veicolano, le tendenze e le linee di forza che i nuovi partiti “populisti” traducono, in modo più o meno consapevole. Dietro all’emergere di queste formazioni si agitano […]
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10Feb 17
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Il pensatore italiano è un enigma per molti, ma non per Bannon: è il titolo di un articolo del «New York Times» uscito oggi a firma di Jason Horowitz. È certamente curioso che la notizia salti fuori ora, in un periodo che vede la stampa statunitense impegnata in un fuoco incrociato diretto al neoeletto presidente Trump. Non volendo però entrare in questioni politiche, ci limitiamo a parlare di quest’articolo. Indicandone prima i retroscena. Chi è il pensatore italiano “enigmatico”? Julius Evola. E Bannon? Nientemeno che Stephen “Steve” Bannon, creatore del sito di riferimento della cosiddetta alt-right, la destra alternativa statunitense, […]
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16Gen 17
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Nel lontano 1974 si spense, quasi ottantenne, Julius Evola. Era giugno. All’indomani della sua scomparsa, Gianfranco de Turris propose a Giovanni Volpe, editore non conformista di Roma, di dare alle stampe un Cahier Evola tutto dedicato al filosofo romano. Erano gli anni della lotta armata e di una guerra civile strisciante nelle piazze, ma anche di coraggiose iniziative controcorrente. Erano gli anni dei leggendari Cahiers de L’Herne di Dominique de Roux, consacrati ad autori poco organici al realismo imperante e alle mode del momento, come Borges e Lovecraft, Pound e Meyrink. Il Cahier a cui pensava de Turris avrebbe dovuto […]
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13Ott 16
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È fatto degno di nota e riflessione che un Nobel per la letteratura (leggasi: let-te-ra-tura) venga vinto da Bob Dylan, che supera altri tre pretendenti al trono come Haruki Murakami, Philip Roth e Don De Lillo. Per ogni Nobel che va a rimpolpare la lista ce ne sono altri due o tre esclusi. Semplice matematica, si dirà. Non solo. Le motivazioni di questa scelta? «Aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana» ha spiegato Sara Danius, segretario dell’Accademia svedese, aggiungendo: «Se si guarda indietro a cinquemila anni fa, ci sono Omero e Saffo: loro scrissero testi […]
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05Set 16
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Docente di Filosofia della Scienza presso l’Università degli Studi di Milano, Giulio Giorello ha sempre spaziato, nei suoi studi, in svariate discipline, mosso da una grandissima curiosità e dalla convinzione che la verità non stia mai da una parte sola ma che sia molto più fruttuoso – e divertente – scoprirla nella continua contaminazione dei saperi. Nel corso degli anni si è occupato parecchio anche del mondo dei fumetti, da Tex Willer a Dylan Dog, sino a Ratman – indimenticabile la sua prefazione a Ratman. Superstorie di un supernessuno – e ovviamente Walt Disney. L’abbiamo intervistato qualche tempo fa proprio sulla figura di Walt, in occasione dell’uscita […]
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16Ago 16
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Un uomo la cui carriera ha attraversato il Secolo Breve, che ha affrontato ogni genere letterario, in assoluta libertà. Un uomo che, nell’avvicendarsi dei decenni, si è sempre battuto contro ogni censura, letteraria e ideologica: questo è stato Ray Bradbury. È naturale che si sia scagliato in più occasioni contro quella cappa opprimente e liberticida che risponde al nome di politically correctnes, la quale, esplosa in America, è poi stata entusiasticamente importata in Europa, mietendo parecchie vittime nella letteratura come nel cinema (è tornato recentemente sull’argomento Maurizio Acerbi, nel suo acuminato pamphlet Come sopravvivere al cinema di sinistra). Anche perché […]
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11Lug 16
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Res sacra miser. Sacro è l’infelice, scrisse Louis-Ferdinand Céline a Ole Vinding. Perché spesso custodisce verità inattuali, in anticipo sui tempi, che gli valgono scomuniche e messe al bando. Accadde al dottor Filippo Ignazio Semmelweiss, condannato al manicomio dalla comunità scientifica e a morte dai suoi carcerieri, ma anche a Céline, che a lui dedicò la sua tesi di laurea. Forse non lo sapeva, ma quello scritto giovanile avrebbe praticamente condensato la sua vita. In quell’eretico il suo daimon avrebbe celebrato un futuro al di fuori di ogni conformismo e ortodossia. È uscito di recente Louis-Ferdinand Céline. Saggi, interviste, ricordi […]
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