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Piano con le querele!!! Non siamo mica Beppe Grillo che, prima all’assemblea di Mps e poi in varie dichiarazioni pubbliche, ha accennato a buchi di bilancio senza fondamento paragonando la sua situazione al disastro Parmalat creato a fine 2003 da Calisto Tanzi & C. Ripetiamolo, a scanso di equivoci: Mps non ha voragini patrimoniali derivanti da comportamenti illeciti! Il gruppo creditizio  di Rocca Salimbeni  ha un deficit (causato da perdita di valore dei Btp e di coperture errate in derivati) più che sanato dal ricorso ai Monti-bond per 3,9 miliardi (+170 milioni di cedola sui Tremonti-bond scaduti a fine 2012).

Un’analogia con Parmalat, però, c’è e la ricorda un report di Mediobanca. Le cause intentate dal commissario straordinario (prima) e amministratore delegato  (poi) Enrico Bondi hanno portato nelle casse del gruppo parmense un «tesoretto»: 2 miliardi dalle transazioni con le banche coinvolte nel collocamento dei bond (10% del totale richiesto), 1,55 miliardi dalle azioni risarcitorie (21% del totale richiesto) e 350 milioni dalle citazioni per danni. Un totale di 3,9 miliardi. Ora, la Banca d’Italia non ha dato alcuna indicazione in questo senso al termine del processo ispettivo e di quello valutativo per la concessione del nulla osta ai Monti-bond. Ma ove mai i nuovi vertici del Monte decidessero di rivalersi per quelle operazioni, che comunque hanno dissestato il bilancio, c’è un precedente che potrebbe tornare utile…

Intanto, converrà concentrarsi sulle questioni di stretta attualità. Secondo Mediobanca, la cedola 2013 dei Monti-bond causerà un effetto solo leggermente diluitivo. I 370 milioni di interessi dovuti allo Stato quest’anno dovrebbero essere pagati in parte cash (225 milioni l’utile netto atteso) e in parte tramite l’emissione di nuove azioni (145 milioni liberando 585 milioni di nuove azioni che vedrebbero il Tesoro entrare direttamente col 4,76%). Va comunque ricordato che c’è la possibilità di emettere nuovi Monti-bond, portando però il conto totale a 4,4 miliardi con circa 400 milioni di interessi annui da corrispondere. Fino al 2016, considerato che Fabrizio Viola ha lasciato intendere che di rimborso si potrà parlare concretamente solo a partire da quella data.

Wall & Street

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