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«Mario Monti non ha affrontato le più ampie – e forse più importanti – questioni relative allo scarso  di “attrattività” dell’Italia per gli investitori istituzionali. Se non vengono affrontate a fondo, l’Italia rischia di rimanere relegata a un futuro molto simile al passato degli ultimi 20 anni: bassa crescita, economia debole ed esposta alle pressioni regionali e globali, con l’ulteriore aggravio di un pesante debito pubblico».

Questa l’opinione di Neil Dwane, Chief Investment Officer di Allianz Global Investors, secondo cui «il settore bancario italiano è meno esposto alle dinamiche incerte dei mercati globali, in termini di volatilità ed imprevedibilità, e può ricoprire un ruolo assolutamente fondamentale per l’economia». Dwane è ottimista perché nel lungo periodo le prospettive delle società italiane quotate sono buone. Nel breve termine, il discorso è diverso. «Pensiamo che molti investitori continuino a confondere le prospettive delle società italiane con i problemi dell’Italia – conclude – ma questo è un errore perché quasi il 50% degli utili di tali società deriva da business esteri».

Nel frattempo, le incertezze della campagna elettorale influiscono negativamente sui mercati azionari. A prendere il polso al mercato è Morningstar nel sondaggio mensile tra le principali società di gestione e intermediazione che operano in Italia. Il quadro macroeconomico mostra molti segni di affaticamento e la Banca centrale europea prevede una crescita zero a causa dei minori consumi e delle misure di austerità fiscale. In Borsa quindi si vederanno altre grandinate. Quindi chi parteciperà alla corsa  avrà soddisfazioni ma occorre una kasko. In particolare,  il 71,5% dei gestori interpellati si aspetta volatilità nel breve e un apprezzamento nei prossimi sei mesi (erano l’82% a gennaio).

Wall & Street

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