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A suffragio della propria tesi, il legale propone  quindi uno scenario alternativo: trattare le azioni di risparmio di “categoria A” senza il raggruppamento e a parità di perimetro, ovvero dopo l’aumento di capitale (quindi con un effetto diluitivo).  Posto che Fonsai abbia  un utile e possa distribuire un dividendo base X. Il meccanismo di ripartizione tra le differenti classi di azioni sarebbe assoggettato allo schema sotto riportato:

–          Azione di risparmio di “categoria A”:  0,065 euro per azione (dividendo privilegiato) + X = (0,065 euro + X)

–          Azione di risparmio di “categoria B”:  0,036 euro per azione (dividendo privilegiato) + 0,013 euro per azione (retrocessione privilegiata da “classe A”) + X = (0,05 euro + X)

–          Azione ordinaria : 0,013 euro per azione (retrocessione privilegiata da “classe A”) + 0,007 euro per azione (retrocessione privilegiata da “classe B”) + X = (0,08 euro + X)

 

Sempre seguendo lo schema sostenuto dal cda di Fonsai, ripercorriamo l’esempio già fatto, ipotizzando un monte di utili di 110.977.732,18 euro e un dividendo base di 0,05 euro (“X”) ad ogni azione. Ne deriverebbe quanto segue:

–          Azione di Risparmio di Categoria A:   0,065 euro per azione (dividendo privilegiato) * n. 127.683.600 azioni = 8.299.434,00 euro + 0,05 euro (X ) per azione * n. 127.683.600 = 6.384.180 euro.  Totale dividendo percepito 14.683.614 euro

–          Azione di Risparmio di Categoria B: Euro 0,036 per azione (dividendo privilegiato) + 0,013 euro retrocessione privilegiata da Classe A) * n. 321.762.672 azioni = 11.583.456,19 + 4.182.914,74 euro per un totale di  15.766.370,03 euro, cui aggiungere 0,05 euro (X ) per azione * n. 321.762.672 = 16.088.133,60 euro. Totale dividendo percepito 31.854.503,63 euro

–          Azione Ordinarie: 0,013 euro (retrocessione privilegiata da “classe A”) * n. 920.565.922 azioni = 11.967.357,00 euro + 0,007 euro per azione (retrocessione privilegiata da “classe B”) * n.920.565.922 azioni = 6.443.961,45 euro per un totale in “privilegio” di 18.411.318,45 euro + 0,05 euro (X ) per azione * n. 920.565.922 = 46.028.296,10 euro . Totale dividendo percepito  64.439.614,55 euro.

Fonsai, oltre a stabilire i diritti patrimoniali in misura fissa (secondo Trevisan un caso unico caso in Italia) per la azioni di risparmio di “categoria A”, nel raggruppare tali titoli, ha inteso modificare i relativi diritti patrimoniali in misura non proporzionale fra loro.

Se, infatti, prima del raggruppamento, ogni azione di risparmio di “categoria A” dava diritto:

1) ad avere un dividendo privilegiato pari ad 0,065 euro

2) ad avere un dividendo base pari ad X

3) a determinare una retrocessione privilegiata per ciascuna azione di risparmio di “categoria A” e di ordinaria pari 0,013 euro cadauna

Rappresentando un nominale implicito di Euro 1 dopo il raggruppamento 1 ogni 100, ogni azione di risparmio di “categoria A” darebbe diritto:

1) ad avere un dividendo privilegiato pari a  6,5 euro

2) ad avere un dividendo base pari solo a X (e non già ad X * 100)

3) a determinare una “retrocessione privilegiata da classe A” per ciascuna azione di risparmio di “categoria B” e ordinaria non già pari a 0.013 euro cadauna (ovvero a 1,3 euro ogni 100 azioni possedute) bensì pari ad Euro 1,3

La dimostrazione che (i) l’attribuzione di un valore assoluto dei diritti legati alle Azioni di Risparmio di Categoria A, unitamente (ii) al raggruppamento delle stesse azioni ha determinato e/o sta determinando una compressione dei diritti agli azionisti, deriva proprio dalla circostanza che se oggi si operasse un frazionamento delle azioni di risparmio di “classe A” in ragione di 100 ogni 1 posseduta – secondo l’interpretazione data dal consiglio di amministrazione di Fonsai – i conseguenti diritti patrimoniali dovrebbero essere ripristinati seguendo l’impostazione e la proporzione che avevano ab origine. A parità di perimetro (tenendo conto degli effetti diluitivi dell’aumento di capitale sul monte dividendi) la retrocessione privilegiata della “classe A” dovrebbe tornare ad essere 0,013 e il dividendo base X essere riconosciuto unitariamente per ogni azione frazionata (e quindi essere pari a 100*X ogni azione posseduta prima del frazionamento). Se diversamente si volesse sostenere che questi diritti sono automaticamente ancorati al nominale implicito delle azioni, allora appare evidente che nel momento in cui questo si è modificato – anche per effetto di un aumento di capitale – dovrebbero essersi conseguentemente e automaticamente modificare i diritti sottostanti. (Dunque l’aumento di capitale delle azioni ordinarie – modificandone il nominale implicito – avrebbe implicitamente modificato le prerogative unitariamente connesse a ciascuna di tali azioni, rispetto a quelle di risparmio di “categoria A”).

Ma così non è. Il raggruppamento – attacca Trevisan – ha comportato una diminuzione in modo stabile e permanente  (di ben 99 volte)  sia della quota del dividendo base su cui applicare le maggiorazioni, sia un aumento di ben 99 volte della retrocessione privilegiata alle Ordinarie e alle azioni di risparmio di “categoria B”, rispetto a quella che sarebbe stata loro riconosciuta in assenza di raggruppamento.

Se quanto sopra non trovasse fondate argomentazioni contrarie, la relativa deliberazione assunta dall’assemblea straordinaria Fonsai lo scorso 27 giugno, avrebbe dovuto essere approvata dall’assemblea degli azionisti di risparmio di “categoria A”. Da qui la prospettiva che ci possa essere il diritto di recesso  per gli azionisti assenti e/o dissenzienti che non avessero approvato la deliberazione.

Wall & Street

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