Il 2014 sarà un anno complesso: tassi reali a breve ancora negativi, probabile minore immissione di liquidità nel sistema finanziario americano ed espansione dei multipli nelle valutazioni azionarie. Occorre tuttavia sottolineare che questo quadro va contestualizzato in uno scenario di crescita economica positiva supportata dal rientro dei rischi sistemici causati dalla crisi finanziaria. Che tempo farà allora sui mercati? Queste le previsioni di Corrado Caironi, investment strategist di R&CA Ricerca e Finanza

Molti investitori si chiedono se nel 2014 potremmo assistere ad una replica dell’anno in corso sotto la spinta inerziale della ricreata fiducia e il volano della Great Rotation (vendita di bond a favore delle azioni. «A conti fatti, nel rispetto delle condizioni finora analizzate, i ritorni attesi per il 2014 risultano meno interessanti di dodici mesi fa, mentre la volatilità dopo una lunga pausa potrebbe fare qualche breve apparizione», osserva Caironi.

Più sorprese positive o rischi? «L’Eurozona rimane ancora frammentata con una periferia che fatica a riprendere un passo sostenuto di crescita: le attese di un’area più vitale sono rivolte alla politica che si confronterà nelle prossime elezioni europee. La stabilizzazione dei rating di credito dei debiti sovrani periferici dell’euro ha avviato una buona fase di recupero sui listini europei. Inutile quindi sottolineare l’attenzione massima che dovrà essere rivolta ai dati macroeconomici, all’attività delle banche centrali e alle proposte dei governi che saranno di riferimento alla rotazione degli assets e ai loro flussi».

Pericoli potenziali. «Una eccessiva disinvoltura nell’immissione di liquidità nel sistema potrebbe nascondere un inaspettato balzo inflattivo. In questo scenario l’investitore dovrà sicuramente monitorare più da vicino i dati macroeconomici e giudicare i rischi rispetto a dinamiche di mercato che vedono – per la prima volta dall’inizio della crisi – un’attenuazione delle strategie monetarie non convenzionali accumulate».

Le previsioni. «In particolare ci si attende un +7% degli indici Usa, +12%Europa, +18% Giappone. In termini relativi l’azionario rimane la classe di attivo privilegiata, visti i tassi a breve sotto l’inflazione. All’interno dell’asset class azionaria rimarrebbero comunque privilegiati i mercati dell’area Euro e i Paesi emergenti».

Settori. «Il mercato ha già anticipato una parte di ripresa del settore Finanza mentre è rimasto indietro il settore più indebitato delle Utilities e quelli legati alle materie prime come l’Energia. Ad oggi sono ancora i settori meno indebitati a catturare l’attenzione come Tecnologia e Healthcare. Il successivo passaggio dovrebbe coinvolgere Oil & Gas, Basic materials. In portafoglio in posizione tattica l’Immobiliare quale strumento anti-inflazione».

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