I Sex toys valgono 15 miliardi. All’Italia resta solo il porno
Di Lady Gaga vi abbiamo già parlato in merito alla sua popolarità su Facebook, inferiore a quella della Coca Cola (a proposito su Twitter è stata di recente stracciata da Katy Perry che ha sfondato il tetto dei 50 milioni di follower). Oggi ve la proponiamo in una «luce» diversa pubblicando la foto di un gadget a lei ispirato. Si tratta di una torcia che in inglese si dice flashlight. Ma poiché l’oggetto si chiama fleshlight e il riferimento è a flesh (carne), l’utilizzo che se ne può fare è diverso. Per non perderci nei giri di parole vi diremo che si tratta di un gadget per praticare l’autoerotismo, un sex toy.
Come rivelato da un’indagine promossa da My Secret Case, una piattaforma Internet specializzata nel commercio di questo tipo di articoli, nei Paesi industrializzati il 95% degli uomini e l’89% delle donne ammette di praticare l’autoerotismo. È una percentuale molto elevata che induce anche a porsi un altro tipo di domande. Ma noi non ci occupiamo di sociologia.
Sono le donne, però, a essere più intraprendenti. Negli Usa il 60% di esse fa uso di giocattoli erotici, il 49% in Inghilterra e il 45% in Germania. In Italia solo il 28% delle donne ha fatto un acquisto «speciale». È anche una questione di mentalità, evidentement
Le stime che circolano in Rete indicano che i sex toys producono un giro d’affari pari a 15 miliardi di dollari, un business che cresce del 30% all’anno. si tratta, però, di un vantaggio, soprattutto, per la Cina che produce oltre l’80% dei dispositivi. Nel Paese asiatico – dove la pornografia è illegale – negli ultimi vent’anni sono spuntati come funghi oltre 200mila sexy shop.
Secondo i dati del Guangzhou Sexpo del 2012, l’industria del sesso fattura oltre due miliardi di dollari all’anno. Alibaba, l’eBay cinese, sulla sua piattaforma dà spazio a oltre 2.500 aziende che vendono sex toys.
Il Rapporto Coop «Consumi & distribuzione» ha rivelato che quest’anno il nostro Paese dovrebbe registrare uno sconfortante -6,1 per cento negli acquisti del comparto non food. Per il settore del sexual entertainment (che va dal Viagra ai sex toys), la crescita sarà straordinaria: +6,4 per cento.
La classifica Loveville pubblicata da Durex su dati Nielsen vede Bologna come città con maggiore propensione all’acquisto: 546mila euro in due mesi di monitoraggio. Seguono Firenze e Verona. Circostanza confermata anche dai dati di My Secret Case: il 45% degli acquirenti risiede infatti nel Nord Est. A seguire il Centro, mentre Nord Ovest e Sud spendono meno. L’importo medio degli ordini è di tutto rispetto: 90 euro. Per il sesso non si bada a spese.
Wall & Street
P.S.: Wall & Street sono cattolici. Dopo la pubblicazione di questo post correranno subito in Chiesa a confessarsi…