Non vogliamo qui apparire cavernicoli, ma ogni idea per ridurre  il tempo che ciascuno di noi infila noncurante nel tritatutto dei social network, senza per questo sottrarci i servizi del web 2.0 ci sembra meritoria.  Sia perché  la vita, le amicizie su certi social troppo spesso ci fanno assomigliare ai  “bambolotti” de «Il Mondo dei replicanti»  sia perché inevitabilmente quasi la vita digitale toglie ossigeno a quella reale. Dove, lasciatecelo dire, ci sono baci e  strette di mano, non  «like» assegnati a caso e uno streaming dove terribili notizie sono intervallate da foto di unghie smaltate, bimbi alla recita di scuola e iniziative benefiche. Tutto in un enorme, disordinato, inutile calderone. Inutile perché la base di qualsiasi comunicazione è che da un lato ci sia una persona che parla e dall’altra una o più persone che ascoltano. Non una stanza digitale dove tutti gridano alla rifusa quello che gli pare, convinti perdipiù di essere ascoltati. Senza contare che i social network sovente si reggono in piedi, quasi fossero un grande scanner,  catturando i nostri desideri per materializzarli nelle immagini dei banner pubblicitari che circonderanno le nostre ricerche sulla Rete dei giorni successivi. Insomma ci succhiano la testa (e la privacy) e la vendono ad aziende sempre più dipendenti dall’e.commerce.

Allora ci permettiamo di segnalare l’idea di un giovanissimo italiano Matteo Biasi che a 19 anni ha lanciato FlashBeing. Un aggregatore di pagine che  promette  di tagliare di oltre il 90% i tempi di navigazione: permette quasi in contemporanea di controllare la propria casella mail, ascoltare musica, seguire i post degli amici su Facebook e gli altri social, guardare video su Youtube e rimanere aggiornati sulle ultime notizie.  Avviata ad aprile con un finanziamento di 250mila euro, la società ha ora un capitale di 100mila euro e punta  a 200mila utenti entro il primo anno. Per ora la piattaforma è disponibile in tre lingue (italiano tedesco e inglese) ma dovrebbe in prospettiva allargarsi a spagnolo, russo e francese.

Insomma, sembrerebbe un passo avanti rispetto ad aggregatori di contenuti più tradizionali come OkNotizie di Virgilio, Wikio e Liquida, dedicato alle news o ai blog.  E un passo laterale rispetto a HootSuite, la piattaforma che ci consente di connettere i nostri account sui social network e gestirli da un’unica applicazione. Dal punto di vista delle funzionalità assomiglia un po’ a GoogleNow che però è un po’ meno proattivo.

Una volta aperto Flashbeing, la piattaforma carica subito i contenuti ai quali ciascuno di noi è  interessato, ad esempio le notizie di cronaca, sport o economia del Giornale.it: queste vengono visualizzate e reimpaginate senza bisogno di aprire un’ulteriore finestra. Il  risparmio di tempo è notevole, assicura Biasi: in venti secondi si visualizzano contenuti che solitamente richiederebbero tre minuti e traffico, un megabyte invece di 9″.  FlashBeing affianca poi alcuni i servizi per  il tempo: fare la prenotazione al ristorante, pianificare un viaggio, comprare il biglietto per un  concert0.

Insomma probabilmente Flashbeing non condivide la nostra idea di partenza e, come tutte le imprese,  hanno un proprio modello di business. Ma se non possiamo spegnere Facebook e tutto il resto, almeno proviamo a  limitare le inutili (ed ebeti) attese davanti alla schermo di pc, tablet e smartphone.

Wall & Street

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