«Qual è il piatto di lenticchie? Come lo misuriamo?». Il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, ieri ha replicato duramente alle sprezzanti parole di Massimo D’Alema che ha accusato i sindacati che non scenderanno in piazza con la Cgil contro la legge Fornero e la manovra di aver seguito l’esempio biblico di Esaù. «Non se ne può più di ricevere lezioni da chi la Fornero l’ha votata. D’Alema. Gente come lui usa linguaggi un po’ retro, bisogna andare indietro a tanti anni fa per ritrovare espressioni come “chi non la pensa come me è un venduto“», ha aggiunto.

L’attacco all’ex presidente del Consiglio è un segnale della forte insofferenza del sindacato di Via Po nei confronti della linea imposta da Susanna Camusso alla Cgil che sabato prossimo organizzerà una mobilitazione di protesta. Fondamentalmente i cigiellini mirano allo scardinamento totale dell’attuale meccanismo di adeguamento dell’età pensionabile rispetto all’aspettativa di vita. «Se in Germania si fermeranno a 67 anni nel 2030, un motivo ci sarà, mentre da noi continua ad aumentare», ha ribadito Camusso a Radio Radicale lamentando ancora una volta la mancanza di iniziative a favore dei giovani che, a fronte degli attuali bassi salari, riceveranno assegni previdenziali esigui: un trend che li scoraggerebbe dall’effettuare i versamenti.

Per quanto il malcontento possa essere motivato, la Cgil non si è fatta carico di presentare una controproposta che non fosse il semplice stop alla progressione dell’adeguamento. Il sospetto che lo smarcamento da Cisl e Uil sia stato tutto politico è fondatissimo. Ieri, infatti, Mdp, Sinistra Italiana e Possibile hanno incontrato gli esponenti cigiellini promettendo non solo che presenteranno emendamenti in extremis alla legge di Bilancio per sostenere le richieste sindacali, ma soprattutto che i seguaci Bersani (e D’Alema), Fratoianni e Civati saranno in piazza sabato. Non è un caso che Camusso a Radio Radicale abbia smentito per l’ennesima volta l’intenzione di candidarsi e anche questo è significativo.

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